Norme tecniche di attuazione del Piano Strutturale

Art.25 Disposizioni generali

1. Il Piano Strutturale, al fine di garantire lo sviluppo sostenibile del territorio, nel rispetto del carattere ambientale, storico-artistico e urbanistico che lo caratterizza, in conformità con gli obiettivi della Legge Regionale n.1/2005, organizza la gestione del territorio secondo la struttura di seguito riportata.

2. Sistemi territoriali:

  • - il sistema di fondovalle (art. 27);
  • - il sistema di collina (art.41);

Ogni sistema è ulteriormente articolato in sottosistemi che ne definiscono ulteriori specificazioni.

3. Sono sottosistemi del sistema di fondovalle:

  • - il sottosistema insediativo di fondovalle (art. 28);
  • - il sottosistema ambientale di fondovalle (art. 34);
  • - il sottosistema delle connessioni di fondovalle (art. 37);

4. Sono sottosistemi del sistema di collina:

  • - il sottosistema insediativo di collina (art.42);
  • - il sottosistema ambientale degli speroni del chianti (art.45);
  • - il sottosistema ambientale dei pianalti (art.49);
  • - il sottosistema ambientale delle colline argillose (art.53);
  • - il sottosistema delle connessioni di collina (art.55);

Ciascun sottosistema è ulteriormente suddiviso in ambiti ed è soggetto alle disposizioni specifiche stabilite per ciascun ambito.

5. I sottosistemi sono articolati nei seguenti ambiti:

  • - il sottosistema insediativo di fondovalle in:
    • • l'ambito della città storica (art. 29);
    • • l'ambito della città consolidata (art. 30);
    • • l'ambito della città da consolidare (art. 31);
    • • l'ambito della città della produzione (art. 32);
    • • l'ambito del parco dei cappuccini (art. 33);
  • - il sottosistema ambientale di fondovalle in:
    • l'ambito dell'area agricola di fondovalle (art. 35);
    • • l'ambito dell'ortoflorovivaismo (art. 36);
  • - il sottosistema delle connessioni di fondovalle in:
    • l'ambito del parco fluviale dell'arno (art. 38);
    • • l'ambito della rete di connessione lungo l'arno (art. 39);
    • • l'ambito della rete di connessione con la collina (art. 40);
  • - il sottosistema insediativo di collina in:
    • l'ambito dei nuclei storici (art.43);
    • • l'ambito dell'edificato da consolidare (art.44);
  • - il sottosistema ambientale degli speroni del chianti in:
    • • l'ambito dell'oliveto terrazzato di moncioni e ventena (art.46);
    • • l'ambito dell'oliveto di mercatale e rendola (art.47);
    • • l'ambito del bosco di sinciano e ucerano (art.48);
  • - il sottosistema ambientale dei pianalti in:
    • • l'ambito degli altopiani stretti a vigneto specializzato (art.50);
    • • l'ambito degli altopiani larghi (art.51);
    • • l'ambito del promontorio di levane (art.52);
  • - il sottosistema ambientale delle colline argillose:
    • • l'ambito delle colline prospicienti il fondovalle (art.54);
  • - il sottosistema delle connessioni di collina in:
    • • l'ambito della rete di connessione con il chianti (art.56);

6. I sistemi, i sottosistemi e gli ambiti sono individuati nella tavola n. 1.

7. Per ciascun ambito identificato come sopra, il Piano Strutturale definisce:

  • - gli obiettivi prestazionali;
  • - gli usi ammessi o previsti;
  • - le strategie da perseguire;
  • - eventuali disposizioni specifiche.

Art.26 Ambito di applicazione della Legge Regionale n.1/2005, Titolo IV, Capo III

1. Ai fini dell'applicazione della Legge Regionale n.1/2005, Titolo IV, Capo III e successive modificazioni e integrazioni, si individuano, quali aree con esclusiva e prevalente funzione agricola, quelle coincidenti con i sottosistemi ambientali di fondovalle e di collina, con i sottosistemi delle connessioni di collina e con l'ambito del parco dei Cappuccini.

2. Sono compatibili in tali aree le seguenti attività:

  • - coltivazione dei terreni;
  • - zootecnia e allevamenti minori;
  • - conservazione e trasformazione dei prodotti agricoli ed attività direttamente connessa;
  • - residenza agricola;
  • - civile abitazione in edifici esistenti;
  • - agriturismo e turismo in zona agricola;
  • - attività per il tempo libero in relazione alle risorse ambientali, storiche insediative culturali esistenti.

3. Ai fini dell'applicazione dell'art.42 della Legge regionale n.1/2005, Titolo IV, Capo III i Programmi Aziendali Pluriennali di Miglioramento Agricolo Ambientale (P.A.P.M.A.A.) sono soggetti alle prescrizioni di cui all'allegato C delle norme del P.T.C.

4. Nelle aree boscate, individuate nella tavola n.8 "Il sistema boschivo", sono compatibili le seguenti attività:

  • - governo del bosco e del sottobosco ai fini produttivi;
  • - raccolta dei prodotti del bosco e del sottobosco;
  • - agricoltura e pascolo;
  • - interventi connessi alla prevenzione incendi;
  • - interventi connessi alla garanzia dell'assetto idrogeologico e idraulico;
  • - rimboschimento e pratiche fitosanitarie;
  • - interventi connessi alla tutela dell'assetto faunistico;
  • - fruibilità e pratiche del tempo libero;
  • - manutenzione della viabilità minore e dei sentieri.

All'interno delle aree boscate sono escluse le seguenti attività:

  • - nuova edificazione residenziale anche a servizio dell'agricoltura;
  • - apertura di nuove strade;
  • - parcheggi, salvo limitate aree per uso di tempo libero;
  • - la realizzazione di recinzioni ad eccezione di quelle necessarie allo svolgimento delle attività di allevamento da definire tramite la redazione dei P.A.P.M.A.A.

5. Ai fini dell'applicazione della Legge Regionale n.1/2005, Titolo IV, Capo III è consentito il computo delle aree boscate per il raggiungimento della capacità edificatoria con l'esclusione della localizzazione dei fabbricati sulle stesse aree ad eccezione degli annessi ad uso agricolo forestale. Per quanto riguarda la gestione silvicolturale si rimanda ai Piani di gestione forestale e ai Piani di coltivazione secondo quanto disposto dall'Allegato E del P.T.C.

6. Gli usi e le trasformazioni dei suoli e degli edifici all'interno di dette aree, quando individuate come invarianti (vedi Tav. 26: "Le invarianti strutturali"), sono soggette alle limitazioni di cui agli articoli del titolo III ed agli ulteriori criteri ed indirizzi di cui alle disposizioni specifiche del presente titolo.

Capo I: Il sistema di fondovalle

Art.27 Il sistema di fondovalle

1. Descrizione
Il fondovalle, che corrisponde alla vasta pianura alluvionale lungo l'Arno, presenta un intenso accentramento di funzioni e uno sviluppo urbano e infrastrutturale esteso ormai alla quasi totalità dell'area. Il sistema ha svolto storicamente il ruolo di connessione tra le direttrici principali lungo la valle dell'Arno e di luogo di scambio socio economico, ruolo che oggi è potenziato dalle più recenti scelte insediative. All'interno dell'area urbanizzata emerge il nucleo centrale di Montevarchi, mentre l'insediamento storico minore è spesso inglobato all'interno di aree urbanizzate anche di epoca recente. Il fondovalle intensamente urbanizzato, rivela il processo di industrializzazione e infrastrutturazione che coinvolge l'intero Valdarno e rispecchia fenomeni di sviluppo socio-economico che hanno privilegiato le aree pianeggianti di fondovalle rispetto a quelle, da assoggettare a tutela della collina.

2. Obiettivi
Obiettivi generali del sistema sono il miglioramento costante delle componenti territoriali, insediative e tipologiche della "città policentrica toscana", quale invariante strutturale del P.I.T., che ne privilegino la sostenibilità sociale, ambientale sotto i profili energetico, idrico, di trattamento dei rifiuti e che favoriscano le sperimentazioni e le applicazioni delle più moderne acquisizioni scientifiche e tecnologiche in materia attraverso:

  • - la valorizzazione e la tutela del patrimonio storico;
  • - la riqualificazione delle aree connotate da condizioni di degrado;
  • - il mantenimento della fisionomia ancora leggibile dei centri abitati: nuovi insediamenti, ove necessari, dovranno essere adiacenti alla città esistente e tendere ad una migliore definizione e qualificazione dei margini urbani;
  • - il controllo sulla qualità progettuale dei nuovi insediamenti in rapporto al riconoscimento degli elementi "identitari locali", nonché la dimensione dell'intervento in rapporto alla consistenza degli insediamenti esistenti, senza tuttavia escludere linguaggi architettonici contemporanei di qualità;
  • - la tutela degli spazi inedificati del fondovalle laddove essi costituiscono potenziali canali di collegamento con il sistema della collina al fine di scongiurare effetti di saldatura tra nuclei e la conseguente marginalizzazione degli spazi rurali residui;
  • - il contrasto alla formazione di sistemi insediativi lineari lungo la viabilità di rango regionale;
  • - tutela dei corridoi ecologici esistenti e promozione della loro ricostituzione e implementazione attraverso l'impianto di fasce alberate e la sistemazione delle strade e dei canali con i criteri dell'architettura paesaggistica;
  • - la riorganizzazione dei servizi a scala locale e sovralocale;
  • - la rilocalizzazione delle attività produttive incompatibili con gli insediamenti residenziali;
  • - la riorganizzazione e lo sviluppo del polo industriale;
  • - il recupero e il completamento delle infrastrutture per la mobilità e la sosta;
  • - la riqualificazione ambientale dei paesaggi del territorio aperto, dei paesaggi fluviali e delle aree degradate;
  • - il ripristino dei paesaggi fluviali, degli ecosistemi e della loro continuità territoriale;
  • - il recupero ed il risanamento delle zone umide e delle aste fluviali;
  • - l'attenuazione degli effetti indotti dall'impermeabilizzazione dei suoli.

3. Obiettivi particolari - Definizione dell'area di fondovalle di contatto con i comuni di San Giovanni Valdarno e di Terranuova Bracciolini
L'area di fondovalle di contatto con i comuni di San Giovanni Valdarno e di Terranuova Bracciolini necessita di una definizione che supera i confini amministrativi. L'obiettivo principale è quello di ricercare, attraverso la restituzione di un quadro conoscitivo comune che metta in evidenza le criticità esistenti, la soluzione che garantisca la sostenibilità ambientale, sociale ed economica degli interventi. Lo studio di fattibilità propedeutico alla definizione di un progetto condiviso dalle tre amministrazioni dovrà in particolare analizzare e valutare:

  • - il sistema ambientale con particolare riferimento al Parco fluviale dell'Arno e del Ciuffenna;
  • - il sistema infrastrutturale e della mobilità;
  • - il sistema insediativo;

Stante la necessità di procedere ad una pianificazione condivisa del sistema di fondovalle, anche attraverso il ricorso a forme di perequazione territoriale, viene demandata a tale fase, per quanto attiene il territorio del Comune di Montevarchi, la definizione del Parco fluviale dell'Arno con particolare riguardo all'area circostante il complesso ospedaliero di S.M.alla Gruccia (sistema ambientale), la definizione delle reti stradali e della mobilità (sistema infrastrutturale), la definizione del margine urbano a nord (sistema insediativo). Nell'ambito di tale approfondimento sarà valutata anche la possibilità di una nuova localizzazione dello Stadio Brilli Peri valutando, contestualmente, l'opportunità di dimensionare l'area affinché questa possa ospitare anche strutture collaterali per la pratica sportiva a diversi livelli. Tale obiettivo dovrà essere sottoposto a valutazione integrata (L.R.1/2005) e a valutazione ambientale strategica (D.Lgs./4/2008).

4. Articolazione del sistema
Il sistema è articolato nei seguenti sottosistemi:

  • - il sottosistema insediativo di fondovalle;
  • - il sottosistema ambientale di fondovalle;
  • - il sottosistema delle connessioni di fondovalle.

Art.28 Il sottosistema insediativo

1. Descrizione
Il sottosistema insediativo di fondovalle del comune di Montevarchi è organizzato lungo i principali tracciati viari paralleli all'Arno e rappresenta la parte maggiormente urbanizzata dell'intero comune. Il sottosistema è investito da processi di trasformazione che vedono il costante aumento delle superfici urbanizzate e la conseguente riduzione del territorio aperto. Il nucleo principale del sottosistema è costituito dalla città di Montevarchi, cui sono fisicamente collegati i nuclei urbani, relativamente autonomi di Levane e Levanella. Al sottosistema insediativo appartengono le aree propriamente urbanizzate, i luoghi dell'abitare e del lavoro e delle relazioni sociali.

2. Obiettivi
Obiettivi generali del sottosistema sono:

  • - tutela dell'immagine delle diverse parti del comune di Montevarchi;
  • - riqualificazione delle aree connotate da condizioni di degrado;
  • - consolidamento, ripristino e incremento dei beni e delle funzioni che caratterizzano ed identificano il patrimonio di spazi pubblici come luoghi di cittadinanza e di integrazione civile;
  • - razionalizzazione della connessione tra le abitazioni, i servizi e le aree commerciali;
  • - valorizzazione di esercizi e di mercati di interesse storico-culturale, di tradizione e tipicità e organizzazione di centri commerciali naturali;
  • - valorizzazione di iniziative di vendita diretta di piccole produzioni tipiche locali di qualità, anche agricole;
  • - riorganizzazione e potenziamento del sistema dei servizi;
  • - razionalizzazione del sistema della viabilità, ottimizzando le relazioni tra le fermate ferro-tramviarie, i parcheggi di interscambio, le linee di trasporto su gomma ed i luoghi di origine e destinazione della mobilità privata, attraverso la ricollocazione delle funzioni e il coordinamento intermodale, assumendo come riferimento le diverse tipologie di utenza: residenti, pendolari, utilizzatori occasionali e turisti;
  • - incremento della mobilità ciclabile attraverso la definizione di una rete di percorsi ad essa dedicati caratterizzati da continuità sul territorio urbano e periurbano e interconnessione con le principali funzioni presenti e con i nodi di interscambio del trasporto pubblico locale.

3. Disposizioni specifiche
La compresenza in un ristretto ambito territoriale di due o più strutture commerciali di medie o grandi dimensioni, o la previsione di nuovi insediamenti di attività manifatturiere e di attività ad esse correlate, determinando effetti territoriali a scala intercomunale, sono oggetto di concertazione tra le diverse Amministrazioni competenti ai sensi dell'art.48, co.4, lett.a) della L.R.1/2005.

4. Articolazione del sottosistema
Il sottosistema è articolato nei seguenti ambiti:

  • - l'ambito della città storica;
  • - l'ambito della città consolidata;
  • - l'ambito della città da consolidare;
  • - l'ambito della città della produzione;
  • - l'ambito del parco dei Cappuccini.

Art.29 L'ambito della città storica

1. Descrizione
L'ambito comprende la parte storica di Montevarchi e i nuclei storici di Levanella e Levane alta, tutti e tre caratterizzati da un tessuto ad alta densità abitativa. L'uso prevalente è residenziale, con una percentuale crescente di terziario localizzato a Montevarchi, dove il piano terra degli edifici, nella maggior parte dei casi, è occupata da attività commerciali, terziarie e produttive generalmente compatibili con il tessuto urbano storico. Sono presenti situazioni di degrado fisico ed urbano soprattutto nei nuclei di Levanella e Levane alta. Sono invarianti dell'ambito: edificato al catasto Leopoldino, centri storici, viabilità storica.

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - salvaguardia e valorizzazione dell'immagine di Montevarchi, identificabile principalmente con il suo centro storico;
  • - rivitalizzazione del centro storico attraverso il mantenimento di funzioni socialmente e culturalmente pubbliche negli edifici e nei complessi architettonici, nelle aree di rilevanza storico-architettonica e nel patrimonio immobiliare che hanno coinciso con una titolarità o funzionalità pubblica;
  • - mantenimento del ruolo baricentrico dell'abitato storico rispetto alla città;
  • - valorizzazione del centro commerciale naturale, istituito con Del.G.C.n.197 del 21.07.2005, anche attraverso l'incentivazione della percorribilità pedonale, la limitazione della circolazione veicolare, una adeguata dotazione di parcheggi opportunamente localizzata;
  • - manutenzione e conservazione del tessuto morfologico, delle caratteristiche architettoniche e tipologiche, anche attraverso forme di incentivazione.

Per Levanella e Levane alta l'obiettivo è quello di tutelare e valorizzare i caratteri storici degli edifici e degli spazi aperti e ridefinirne il rapporto con l'area libera ed edificata circostante, in particolare rispetto al sistema di accesso ed alla viabilità urbana.

3. Destinazioni d'uso caratterizzanti, compatibili o escluse
La funzione caratterizzante dell'ambito è la residenza. Sono ammesse tutte le funzioni con essa compatibili, in particolare servizi e attrezzature, attività direzionali, attività commerciali di vicinato e artigianali non inquinanti. È ammessa la funzione turistico-ricettiva. Sono escluse le attività produttive che rientrano tra le attività di prima classe disciplinate dall'art.216 del R.D.n.1265/1934, fermo restando quanto disposto al quinto comma dello stesso articolo, e le medie e grandi strutture di vendita.

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi si dovrà pervenire, oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive, mediante ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico e di eventuali piani e programmi di settore.
Gli interventi dovranno favorire il recupero e la conservazione degli edifici esistenti. Gli spazi aperti dovranno essere valorizzati attraverso progetti specifici da definire anche attraverso il Regolamento Urbanistico. Gli interventi di conservazione dovranno tutelare non solo gli aspetti formali, ma anche le caratteristiche costruttive e tipologiche degli edifici.

5. Disposizioni specifiche
Le aree ricadenti all'interno della fascia di rispetto dei pozzi comunali, individuati nella tav. 25 "I vincoli sovraordinati", sono soggette alle prescrizioni di cui all'art. 8 delle presenti norme.

Art.30 L'ambito della città consolidata

1. Descrizione
L'ambito si configura come area urbana prevalentemente residenziale, con un ricco tessuto commerciale e direzionale. Nell'abitato di Montevarchi, esso è costituito da isolati residenziali, su tessuto regolare a maglia quadrata, di impianto dei primi del novecento. I caratteri di maggiore pregio sono legati al sistema di palazzine liberty che identificano la viabilità interna della città e la viabilità ai margini urbani di connessione verso le colline. Il disegno descritto, nato dal P.R.G. del 1924, ha come spina dorsale il "Viale Grande" (attuale viale Diaz) con le due strade sulle ali, la parallela a valle (via Gramsci) e la parallela a monte (via Burzagli). All'interno di questa maglia viaria i terreni non interessati dall'infrastrutturazione viaria, sono stati lottizzati e nel tempo saturati da costruzioni di maggiore o minore pregio. Sono presenti aree produttive di piccola e media dimensione con funzioni ormai dismesse o incompatibili con il tessuto residenziale. A Levane l'ambito è caratterizzato dal tessuto edilizio lineare che si sviluppa lungo il tracciato della ex S.S.69 e della S.P.11, costituito in sostituzione dell'edificato storico preesistente, totalmente distrutto durante l'ultima guerra mondiale. Sono assenti spazi pubblici centrali di socializzazione.
Sono invarianti dell'ambito: edificato al catasto leopoldino, edificato al catasto d'impianto, viabilità storica, "villa Galeffi", "villa Masini".

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - riqualificazione del tessuto urbano e degli spazi aperti, pubblici e privati;
  • - riqualificazione delle aree connotate da condizioni di degrado;
  • - conservazione degli elementi architettonici puntuali di pregio (in particolare le ville e le palazzine Liberty) e la conservazione del tessuto di inizio secolo;
  • - rafforzamento dei caratteri peculiari della maglia "a scacchiera";
  • - riorganizzazione complessiva della mobilità e del sistema dei parcheggi;
  • - riqualificazione della viabilità ai margini, cui conferire il carattere di "via urbana", per definire il limite dell'edificato;
  • - valorizzazione della città consolidata di Levane attraverso la riqualificazione dell'asse viario urbano, con la ricostruzione di un connettivo urbano di servizio agli abitanti.

3. Destinazioni d'uso caratterizzanti, compatibili o escluse
La funzione caratterizzante dell'ambito è la residenza. Sono ammesse tutte le funzioni ad essa compatibili, in particolare servizi e attrezzature, attività direzionali, attività commerciali fino a medie strutture di vendita e artigianali non inquinanti. È ammessa la funzione turistico-ricettiva. Sono escluse le attività produttive che rientrano tra le attività di prima classe disciplinate dall'art.216 del R.D.n.1265/1934, fermo restando quanto disposto al quinto comma dello stesso articolo, e le grandi strutture di vendita. Eventuali ampliamenti delle medie strutture esistenti sono ammessi al solo scopo di concorrere alla riqualificazione ambientale e funzionale del contesto.

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi si dovrà pervenire, oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive, mediante ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico e di eventuali piani e programmi di settore. Alla trasformazione delle aree connotate da condizioni di degrado presenti all'interno dell'ambito, alla conversione delle aree con attività incompatibili con la residenza e alla realizzazione di alcune aree di trasformazione e interventi di completamento puntuali, che saranno definite dal Regolamento Urbanistico, è affidata la riqualificazione morfologica e funzionale del tessuto consolidato esistente. Per queste aree il Regolamento Urbanistico, tenendo conto delle dimensioni massime ammissibili degli insediamenti, delle funzioni e dei servizi disciplinate per ogni U.T.O.E. riportate nell'art.64 bis e delle prescrizioni della valutazione integrata e della valutazione ambientale strategica, dovrà definire le modalità di intervento progettuali e gestionali.
L'indice territoriale assegnato alle aree di trasformazione e agli interventi di completamento dovrà essere al massimo pari a 0,10 mq/mq.
All'interno delle aree di trasformazione dovranno essere individuati e prescritti strumenti perequativi finalizzati alla realizzazione di servizi e attrezzature pubbliche o di uso pubblico.
Dovrà essere prestata particolare cura alla progettazione degli spazi collettivi.
La viabilità all'interno dell'ambito dovrà garantire una migliore sicurezza e qualità urbana ed ambientale.

5. Disposizioni specifiche
I nuovi impegni di suolo a fini insediativi e infrastrutturali dovranno concorrere alla riqualificazione dei sistemi insediativi e degli assetti territoriali nel loro insieme, nonché alla prevenzione e al recupero del degrado ambientale e funzionale presente sia all'interno dell'ambito che nell'ambito della città storica. A tal fine il Regolamento Urbanistico dovrà disciplinare le norme operative e/o le eventuali prescrizioni a cui saranno sottoposte le singole aree di trasformazione.
Le aree ricadenti all'interno della fascia di rispetto dei pozzi comunali, individuati nella tav. 25 "I vincoli sovraordinati", sono soggette alle prescrizioni di cui all'art. 8 delle presenti norme.

Art.31 L'ambito della città da consolidare

1. Descrizione
L'ambito è costituito dai quartieri residenziali, esito di interventi unitari recenti di iniziativa pubblica o privata, posti al margine della città di Montevarchi, di Levanella e di Levane. Il loro carattere prevalente è la disomogeneità degli edifici, l'assenza di un tessuto morfologicamente configurato e l'assenza di un disegno dello spazio pubblico.
Sono invarianti dell'ambito: viabilità storica, edificato al catasto leopoldino, edificato al catasto d'impianto, "villino a podere la Porta", le "Padulette".

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - ridefinizione del carattere del tessuto urbano e degli spazi aperti, pubblici e privati, attraverso nuovi interventi, attestati su una maglia viaria che si collega e riproduce il sistema "a scacchiera" dell'espansione dei primi del novecento, atti a ridurre l'immagine di "casualità" dell'espansione più recente;
  • - potenziamento del sistema dei servizi pubblici e del sistema degli spazi aperti;
  • - riordino del disegno urbano attraverso il completamento di lotti liberi e la ristrutturazione urbanistica delle aree connotate da condizioni di degrado;
  • - valorizzazione delle relazioni dell'area con il parco fluviale dell'Arno, ridefinizione e potenziamento delle connessioni con la città consolidata;
  • - ridefinizione della struttura viaria di carattere urbano dell'intero ambito con la realizzazione di un tracciato parallelo all'Arno che, dal nuovo ponte della variante alla SR 69, raggiunga il ponte Mocarini;

3. Destinazioni d'uso caratterizzanti, compatibili o escluse
La funzione caratterizzante dell'ambito è la residenza. Sono ammesse tutte le funzioni ad essa compatibili, in particolare servizi e attrezzature, attività direzionali, attività commerciali esclusa la grande distribuzione di vendita e artigianali non inquinanti. È ammessa la funzione turistico-ricettiva. Sono escluse le attività produttive che rientrano tra le attività di prima classe disciplinate dall'art.216 del R.D.n.1265/1934, fermo restando quanto disposto al quinto comma dello stesso articolo.

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi si dovrà pervenire, oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive, mediante ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico e di eventuali piani e programmi di settore.
La concretizzazione degli obiettivi è affidata alla realizzazione delle aree di trasformazione ed attraverso interventi di completamento puntuali, che saranno definiti dal Regolamento Urbanistico. Per queste aree il Regolamento Urbanistico, tenendo conto delle dimensioni massime ammissibili degli insediamenti, delle funzioni e dei servizi disciplinate per ogni U.T.O.E. riportate nell'art.64 bis, e delle prescrizioni della valutazione integrata e della valutazione ambientale strategica, dovrà definire le modalità di intervento progettuali e gestionali.
L'indice territoriale assegnato alle aree di trasformazione e agli interventi di completamento dovrà essere al massimo pari a 0,10 mq/mq.
All'interno delle aree di trasformazione dovranno essere individuati e prescritti strumenti perequativi finalizzati alla realizzazione di servizi e attrezzature pubbliche o di uso pubblico.
Dovrà essere prestata particolare cura alla progettazione degli spazi collettivi.
La viabilità all'interno dell'ambito dovrà garantire una migliore sicurezza e qualità urbana ed ambientale e dovrà perseguire il riammagliamento con i tracciati viari e ciclopedonali esistenti.
Una particolare attenzione dovrà essere prestata nell'autorizzare la realizzazione di nuovi pozzi di emungimento, la cui tipologia costruttiva dovrà comunque essere quella tecnologicamente migliore per garantire l'incolumità della falda.
Per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici, i nuovi interventi dovranno essere mirati a:

  • - mantenimento e manutenzione della rete di canali agricoli;
  • - manutenzione delle opere di difesa idraulica;
  • - contenimento degli attingimenti dalla falda freatica;
  • - limitazione all'intubamento dei canali;
  • - incentivazioni per la realizzazione di bacini di stoccaggio delle acque meteoriche con doppia funzione: contenimento degli attingimenti dalla falda e allungamento dei tempi di corrivazione in corrispondenza di eventi meteorici eccezionali.

All'interno delle aree di trasformazione l'Amministrazione comunale individuerà le aree da destinare alla localizzazione di interventi di edilizia economica e popolare o con prezzi di vendita e canoni di locazione convenzionati. In alternativa l'Amministrazione comunale dovrà adottare misure necessarie affinché si incrementi tale tipo di intervento e questo possa produrre effetti calmieranti sul mercato della casa.

5. Disposizioni specifiche
I nuovi impegni di suolo a fini insediativi e infrastrutturali dovranno concorrere alla riqualificazione dei sistemi insediativi e degli assetti territoriali nel loro insieme, nonché alla prevenzione e al recupero del degrado ambientale e funzionale presente sia all'interno dell'ambito che nell'ambito della città storica. A tal fine il Regolamento Urbanistico dovrà disciplinare le norme operative e/o le eventuali prescrizioni a cui saranno sottoposte le singole aree di trasformazione.
Le aree ricadenti all'interno della fascia di rispetto dei pozzi comunali, individuati nella tav. 25 "I vincoli sovraordinati", sono soggette alle prescrizioni di cui all'art. 8 delle presenti norme.

Art.32 L'ambito della città della produzione

1. Descrizione
L'ambito è caratterizzato dai principali insediamenti produttivi del comune, concentrati in aree specifiche e circoscritte del territorio, che mostrano segni di continua evoluzione. Dagli insediamenti del primo novecento, inseriti all'interno del tessuto urbanizzato, l'attività produttiva si è progressivamente allontanata verso le aree libere del fondovalle, distanti dai principali centri abitati, pur rimanendo in prossimità della rete di connessione infrastrutturale. Anche le recenti decisioni di nuove localizzazioni produttive ed infrastrutturali sottolineano questa tendenza che è confermata e rafforzata dal Piano Strutturale. L'ambito individuato dal piano comprende aree già insediate, aree in corso di realizzazione ed altre aree di nuovo impianto, come riserva per un ulteriore incremento della domanda. Attualmente nelle aree esistenti non è sufficientemente garantito un rapporto ottimale di servizi ed infrastrutture, sia in termini quantitative, sia in termini di rapporti qualitativi tra le diverse parti urbane.
Sono invarianti dell'ambito: l'edificato al catasto Leopoldino, l'edificato al catasto d'impianto, la viabilità storica, il reticolo idrografico con la relativa fascia di pertinenza fluviale.

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - potenziamento e miglioramento dei servizi all'interno dell'ambito, per rispondere alle esigenze degli addetti e dei fruitori delle attività presenti;
  • - riqualificazione e ridefinizione del rapporto tra gli insediamenti produttivi ed il contesto circostante, attraverso un accurato disegno dei limiti degli insediamenti, in modo da definirne i margini;
  • - riduzione delle emissioni inquinanti tramite un attento e costante monitoraggio delle stesse e tramite il mantenimento di una sufficiente permeabilità del suolo;
  • - risparmio delle risorse idriche ed energetiche, utilizzazione di energie rinnovabili, riduzione della produzione di rifiuti, riutilizzazione e riciclaggio dei materiali;
  • - riordino della viabilità e della sosta con l'inserimento di infrastrutture adeguate alla movimentazione del trasporto merci, razionalizzazione degli accessi alle singole aree e ai comparti nel loro insieme allo scopo di fluidificare la maglia viaria principale di servizio agli insediamenti stessi;
  • - localizzazione di nuove unità insediative per attività produttive collegate funzionalmente alla ricerca e all'innovazione tecnologica dei processi produttivi;

3. Destinazioni d'uso caratterizzanti, compatibili o escluse
La funzione caratterizzante dell'ambito è la produzione. Sono ammesse tutte le destinazioni d'uso compatibili con la produzione, come attività commerciali, esclusa la grande distribuzione, attività turistiche ricettive, servizi. È esclusa la destinazione d'uso residenziale.

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi si dovrà pervenire, oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive, mediante ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico e di eventuali piani e programmi di settore.
Il Regolamento Urbanistico, tenendo conto delle dimensioni massime ammissibili degli insediamenti, delle funzioni e dei servizi disciplinate per ogni U.T.O.E. riportate nell'art.64 bis e delle prescrizioni della valutazione integrata e della valutazione ambientale strategica, dovrà definire il rapporto tra le aree produttive e gli spazi aperti ed edificati sul fronte.
L'indice territoriale assegnato alle aree di trasformazione e agli interventi di completamento dovrà essere pari a 0,35 mq/mq, salvo casi eccezionali che saranno espressamente evidenziati nel Regolamento Urbanistico che attengono a condizioni pregresse.
Dovrà essere prestata particolare cura alla progettazione degli spazi collettivi.
Le strade di distribuzione all'interno dell'ambito dovranno garantire una migliore sicurezza e qualità urbana ed ambientale e dovranno perseguire il riammagliamento con i tracciati viari e ciclopedonali esistenti.
Qualora le nuove previsioni delle aree di trasformazione siano localizzate nelle immediate vicinanze di nuclei residenziali esistenti la destinazione d'uso produttiva dovrà essere compatibile con le condizioni dell'abitare.
Per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici, i nuovi interventi dovranno essere mirati a:

  • - mantenimento e manutenzione della rete di canali agricoli;
  • - manutenzione delle opere di difesa idraulica;
  • - contenimento degli attingimenti dalla falda freatica;
  • - limitazione all'intubamento dei canali;
  • - incentivazioni per la realizzazione di bacini di stoccaggio delle acque meteoriche con doppia funzione: contenimento degli attingimenti dalla falda e allungamento dei tempi di corrivazione in corrispondenza di eventi meteorici eccezionali.

Il Regolamento Urbanistico dovrà prevedere opportune aree "filtro" di salvaguardia per i nuclei residenziali presenti nelle aree attigue a quelle produttive da realizzare tramite la costituzione di fasce di verde pubblico o privato e di schermature vegetali.

5. Disposizioni specifiche
Le aree ricadenti all'interno della fascia di rispetto dei pozzi comunali, individuati nella tav. 25 "I vincoli sovraordinati", sono soggette alle prescrizioni di cui all'art. 8 delle presenti norme

Art.33 L'ambito del parco dei Cappuccini

1. Descrizione
L'ambito è caratterizzato dalla presenza di un sistema prevalentemente boschivo situato in posizione dominante e panoramica rispetto al centro urbano di Montevarchi, dal quale è separato dal tracciato ferroviario. Tale situazione ha consentito di conservare fino ad oggi le caratteristiche ambientali del sito, preservandolo dalla localizzazione di nuovi insediamenti. Inoltre l'intera area è interessata da numerosi fenomeni di instabilità geologica, che determinano una particolare situazione di criticità.
Sono invarianti dell'ambito: boschi di pregio, viabilità storica, geotopi, aree agricole storiche e/o di pertinenza degli insediamenti, l'edificio specialistico "I Cappuccini".

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - costituzione di un parco urbano con valenza sovracomunale.;
  • - conservazione attiva del parco attraverso il mantenimento delle pratiche agricole.

3. Destinazioni d'uso caratterizzanti, compatibili o escluse
La funzione caratterizzante ed esclusiva dell'ambito è il servizio pubblico. Sono ammesse tutte le attività compatibili con tale funzione, quali servizi e attrezzature collettive e l'attività agricola.

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi si dovrà pervenire, oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive, mediante ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico, tra cui la perequazione urbanistica, e di eventuali piani e programmi di settore.
Il Regolamento Urbanistico dovrà prevedere interventi di sistemazione a verde pubblico attrezzato, di recupero dei sentieri, di illuminazione pubblica delle strade di accesso e di realizzazione di nuovi parcheggi, al fine di migliorare la fruibilità del parco.
Il Regolamento Urbanistico dovrà prevedere anche meccanismi per incentivare l'utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica sia in fase di recupero di situazioni già compromesse sia per gli interventi preventivi che dovranno essere condotti nelle aree dove sono presenti gli indizi preliminari di denudazione o erosione del pendio.
Data la vicinanza delle aree più densamente abitate sarà necessario prevedere che i corsi d'acqua siano dotati di meccanismi (desabbiatori, vasche di decantazione) che permettano di limitare il trasporto solido delle acque di corrivazione, impedendo l'insabbiamento delle condutture fognarie.

Art.34 Il sottosistema ambientale (di fondovalle)

1. Descrizione
Al sottosistema ambientale di fondovalle appartengono le aree non edificate situate in prossimità della parte urbanizzata, che mantengono un uso agricolo e svolgono funzione di riequilibrio ecologico del sistema insediativo.

2. Obiettivi
Obiettivi generali del sottosistema sono:

  • - riqualificazione degli aspetti ambientali del territorio;
  • - riqualificazione delle connessioni ecologiche e funzionali interne ed esterne ;
  • - attenuazione degli effetti dell'impermeabilizzazione dei suoli;
  • - riqualificazione dell'attività ortoflorovivaistica;
  • - creazione di percorsi pedonali e ciclabili per una migliore fruibilità del territorio aperto;
  • - valorizzazione dei segni di permanenza storica strutturanti il paesaggio.

3. Articolazione del sottosistema
Il sottosistema è articolato nei seguenti ambiti:

  • - l'ambito dell'area agricola di fondovalle;
  • - l'ambito dell'ortoflorovivaismo.

Art.35 L'ambito dell'area agricola di fondovalle

1. Descrizione
L'ambito è caratterizzato dal territorio agricolo ormai residuale rispetto al tessuto urbanizzato. Sono visibili fenomeni di influenza urbana che sembrano sommergere l'originaria vocazione agricola del territorio; a zone fortemente degradate, dove ormai preme l'urbanizzazione, si alternano aree di notevole valore paesistico dove permangono le coltivazioni tradizionali. In particolare nei fondovalli stretti, definiti al comma 3 del presente articolo, l'integrazione tradizionale tra insediamento e aree aperte riemerge, dando origine ad una struttura del paesaggio agrario caratterizzata da seminativi e in misura minore da vigneti. Il sistema di case sparse si alterna con aree di recente residenza periurbana. Sono presenti, infine, due complessi produttivi, uno in località Levane denominato "Podere Casa Nuova d'Ambra", l'altro in località Pestello denominato "La Vigna", quest'ultimo non più attivo, facilmente identificabili per dimensione e localizzazione, che si presentano in uno stato di avanzato degrado.
Sono invarianti dell'ambito: il sistema di case sparse individuate al catasto Leopoldino e al catasto d'impianto; le aree agricole storiche, la viabilità storica, il reticolo idrografico con la relativa fascia di pertinenza fluviale, parte delle aree di pertinenza di "villa Baronzola" e del "villino a podere La Porta".

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - difesa e valorizzazione delle risorse agro ambientali e dei sistemi irrigui tradizionali dai processi di degrado e trasformazione indotti dall'influenza urbana;
  • - conservazione dei caratteri e delle pratiche colturali storiche e di pregio, ove permangono;
  • - potenziamento delle connessioni tra città urbanizzata e area agricola contigua;
  • - ridefinizione del limite dell'area urbanizzata attraverso la costituzione di una fascia di verde agricolo strutturato;
  • - riduzione degli impatti ambientali negativi degli sviluppi urbanistici e infrastrutturali;
  • - promozione di forme diversificate di fruizione integrata dell'ambito con l'organizzazione di sistemi di accesso e di fruibilità e valorizzazione dei percorsi di collegamento storici tra città e aree agricole;
  • - trasformazione e recupero degli edifici esistenti, fermo restando che, per i complessi produttivi di consistenti dimensioni suscettibili di impatti invasivi sul territorio, si dovranno incentivare "misure perequative per dislocare la realizzazione [degli interventi] in aree diverse da quelle di maggior pregio o maggiore fragilità paesistica e ambientale";
  • - garanzia di adeguati livelli di irrigazione attraverso modalità alternative al prelievo sotterraneo che contribuiscano a salvaguardare le falde da eccessivi emungimenti e da fenomeni di degrado (salinizzazione).

3. Destinazioni d'uso compatibili
Sono ammesse tutte le funzioni compatibili all'agricoltura e di servizio alla stessa. È ammessa l'attività turistico ricettiva.
Nelle aree dell'ambito individuate nella tav.2 (Statuto dei luoghi) con il simbolo "Rc", circostanti al Borro del Giglio, al Borro del Boschetto, al Borro di Caspri, al Torrente Dogana, al Borro dell'Ornaccio, al Borro di Val di Lago ed al Torrente Trigesimo di Caposelvi, individuati dal P.T.C. come tipo di paesaggio "Fondovalle stretto" variante b, non sono consentite nuove abitazioni rurali e eventuali annessi agricoli, ammessi solo quando sia dimostrata l'impossibilità di una loro collocazione in un'altra sede, dovranno eventualmente essere realizzati in contiguità dei complessi edilizi esistenti.

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi si dovrà pervenire, oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive, mediante ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico e di eventuali piani e programmi di settore.
Tutela dell'ambito come elemento di qualità in quanto tessuto connettivo di grande rilevanza ambientale e paesaggistica e come tale non suscettibile di trasformazioni urbanistiche che ne sminuiscano la rilevanza e la funzionalità sistemica rispetto alle risorse essenziali del territorio.
Valorizzazione delle tipicità anche attraverso l'integrazione, la razionalizzazione, l'adeguamento organizzativo o tecnologico delle produzioni o di modernizzazione di filiere o reti imprenditoriali.
Introduzione di tipologie progettuali recanti le più avanzate ed affidabili tecnologie realizzative, impiantistiche e gestionali a difesa della qualità del suolo, della sua struttura geomorfologica e della vitalità e fruibilità delle risorse e a sostegno della rinnovabilità e dell'uso parsimonioso ed efficiente delle fonti energetiche e delle risorse idriche superficiali e sotterranee.
Ridefinizione dei margini degli insediamenti attraverso la riqualificazione ambientale.
Mantenimento del sistema scolante e della vegetazione riparia, per garantirne l'efficienza e la manutenzione.
Mantenimento e incentivazione alla reintroduzione di siepi, alberature e macchie di campo, per garantire la continuità ecologica e la biodiversità.
Per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici, i nuovi interventi dovranno perseguire:

  • - incentivazione del recupero e manutenzione della rete di canali agricoli, soprattutto prevedendo opere di manutenzione dei manufatti di difesa idraulica esistenti;
  • - contenimento degli attingimenti dalla falda freatica;
  • - incentivazioni per la realizzazione dei bacini di stoccaggio delle acque meteoriche con doppia funzione: contenimento degli attingimenti dalla falda e allungamento dei tempi di corrivazione in corrispondenza di eventi meteorici eccezionali.

5. Disposizioni specifiche
Il Regolamento Urbanistico dovrà definire le modalità di intervento sul patrimonio edilizio esistente, fermo restando che l'intervento di Sostituzione edilizia dovrà essere ulteriormente condizionato al fine di contenere gli effetti legati alla trasformazione di luoghi connotati di un elevato valore paesaggistico e ambientale. Inoltre, dovrà definire entità e modalità di trasferimento, nelle aree deputate ad accogliere tali interventi, delle trasformazioni dei complessi produttivi di consistenti dimensioni.
Conservazione dei manufatti della bonifica idraulica (argini longitudinali e trasversali).
Conservazione delle siepi e macchie di campo nonché delle alberature anche non produttive, la reintroduzione degli stessi è considerata quale intervento di miglioramento ambientale ai sensi della Legge Regionale n.1/2005, Titolo IV, Capo III.
Le aree ricadenti all'interno della fascia di rispetto dei pozzi comunali, individuati nella tav. 25 "I vincoli sovraordinati", sono soggette alle prescrizioni di cui all'art. 8 delle presenti norme.

Art.36 L'ambito dell'ortoflorovivaismo

1. Descrizione
L'ambito presenta i caratteri morfologici tipici del fondovalle alluvionale che si estende parallelamente all'Arno sino alla confluenza con l'Ambra, ed è attraversato diagonalmente dal canale artificiale del Berignolo, o canale Battagli, proveniente dall'Acqua Borra che, dopo aver attraversato i numerosi borri della piana, entra nella città dove alimentava i mulini storici. L'ambito è inoltre connotato da un'alta disomogeneità funzionale, a causa delle forti pressioni insediative: le attività vivaistiche si alternano all'insediamento artigianale e residenziale, a lembi di agricoltura tradizionale, a ville e edifici rurali di memoria storica.
L'ortoflorovivaismo rappresenta ancor oggi uno dei settori economici trainanti del comune, anche se la continua evoluzione dei mercati costringe gli addetti a una sempre maggiore specializzazione produttiva. L'attività caratterizzante è la produzione di fiori e piante in vaso, mentre molto ridotta è la produzione di piante coltivate direttamente nel terreno. Per questo motivo i fattori inquinanti derivanti dal vivaismo sono minimi, anche se vanno comunque previste salvaguardie per mitigare ulteriormente l'impatto ambientale dell'attività. L'ortoflorovivaismo è da considerarsi risorsa agro-ambientale della Toscana rurale e come tale da tutelare e valorizzare.
Sono invarianti dell'ambito: le case sparse presenti al catasto Leopoldino ed al catasto d'impianto; le aree agricole storiche, la viabilità storica, il reticolo idrografico con la relativa fascia di pertinenza fluviale, "Villa Merli" e la "Fattoria di Camminlungo".

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - favorire la costituzione di un comparto denominato "Giardino dei vivai" destinato a ospitare tutte le attività ortoflorovivaistiche, secondo un progetto unitario che preveda la riqualificazione ambientale dell'area, la valorizzazione dei segni di permanenza della struttura storica del territorio, avente la funzione principale di promozione e sviluppo dell'attività vivaistica;
  • - riqualificazione dell'intera area al fine di ricostituire il limite della città;
  • - recupero delle permanenze storiche dell'area;
  • - introduzione di attività vivaistiche di qualità che prevedano il recupero di essenze autoctone e favoriscano la biodiversità colturale;
  • - valorizzazione del settore dei vivaisti come risorsa economica tradizionalmente rilevante per il comune di Montevarchi;
  • - garantire adeguati livelli di irrigazione attraverso modalità alternative al prelievo sotterraneo che contribuiscano a salvaguardare le falde da eccessivi emungimenti e da fenomeni di degrado (salinizzazione).

3. Destinazioni d'uso compatibili
Sono ammesse tutte le funzioni compatibili all'agricoltura e di servizio alla stessa.

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi si dovrà pervenire, oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive, mediante ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico e di eventuali piani e programmi di settore.
Tutela dell'ambito come elemento di qualità in quanto tessuto connettivo e come tale non suscettibile di trasformazioni urbanistiche che ne sminuiscano la rilevanza e la funzionalità sistemica rispetto alle risorse essenziali del territorio.
Organizzazione generale ed unitaria delle attività vivaistiche, in modo da razionalizzare l'uso delle risorse ambientali.
Istituzione del "Giardino dei vivai", non solo a servizio delle attività produttive, ma anche per costituire dei percorsi pedonali verdi di pregio di collegamento alla città.
Utilizzazione di prodotti derivanti dalle attività agrosilvopastorali (compost verde e pacciamatura) per coltivazioni ortoflorovivaistiche.
Introduzione di tipologie progettuali recanti le più avanzate ed affidabili tecnologie realizzative, impiantistiche e gestionali a difesa della qualità del suolo, della sua struttura geomorfologica e della vitalità e fruibilità delle risorse e a sostegno della rinnovabilità e dell'uso parsimonioso ed efficiente delle fonti energetiche e delle risorse idriche superficiali e sotterranee.
Per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici, i nuovi interventi dovranno perseguire:

  • - contenimento delle coperture e verifica degli indici di impermeabilizzazione delle superfici;
  • - incentivazioni per la realizzazione dei bacini di stoccaggio delle acque meteoriche con doppia funzione: contenimento degli attingimenti dalla falda e allungamento dei tempi di corrivazione in corrispondenza di eventi meteorici eccezionali.

5. Disposizioni specifiche
La eventuale realizzazione di annessi agricoli dovrà essere opportunamente normata in sede di redazione del Regolamento Urbanistico, che ne definirà le caratteristiche costruttive, tipologiche e dimensionali, oltre che individuare le aree di possibile localizzazione.
Non sono ammessi interventi urbanistici tesi a modificare la destinazione d'uso degli edifici esistenti.
Progettazione della percorribilità pedonale e ciclabile.
Localizzazione delle serre di nuova realizzazione ad opportuna distanza dai percorsi principali e comunque opportunamente schermate con filari alberati e siepi.
Progettazione unitaria dei percorsi e della vegetazione adiacente.
Gestione unitaria per l'approvvigionamento delle acque e lo smaltimento dei rifiuti.
Creazione di un centro di promozione, informazione e vendita dei prodotti.
Manutenzione dei canali di bonifica e di sistemazioni idraulica con particolare riguardo al mantenimento del reticolo di drenaggio storico.
Reintroduzione di siepi e filari e altre piantumazioni tradizionali per mantenere i segni della trama della bonifica e per concorrere alla formazione dei corridoi ecologici.
Le aree ricadenti all'interno della fascia di rispetto dei pozzi comunali, individuati nella tav. 25 "I vincoli sovraordinati", sono soggette alle prescrizioni di cui all'art. 8 delle presenti norme.

Art.37 Il sottosistema delle connessioni

1. Descrizione
Il sottosistema delle connessioni è caratterizzato da aree che svolgono funzione di collegamento fisico e percettivo tra le diverse parti del territorio, come le reti fluviali e la loro pertinenza, e le reti della viabilità. La connessione avviene sia in senso longitudinale, parallelamente all'Arno, che in senso trasversale verso il sistema della collina e, all'interno del sistema di fondovalle, attraversa e connette i vari ambiti. Tramite questo sottosistema viene riconosciuta e ricucita la complessità dei rapporti ecologici, ambientali e infrastrutturali che collegano i due sistemi, al fine di cogliere l'unitarietà dell'intero territorio, che storicamente ha valorizzato le risorse delle due realtà come complementari tra loro.

2. Obiettivi
Obiettivi generali del sottosistema sono:

  • - valorizzazione della connessione ecologica, funzionale, percettiva e fisica tra le diverse parti del territorio;
  • - tutela delle aree di pertinenza fluviale;
  • - costruzione di una rete di percorsi pedonali, aree per la sosta e il tempo libero, lungo il corso dei principali torrenti;
  • - razionalizzazione della viabilità veicolare e miglioramento delle qualità ambientali della risorsa aria e suolo.

3. Articolazione del sottosistema
Il sottosistema è articolato nei seguenti ambiti:

  • - l'ambito del parco fluviale dell'Arno;
  • - l'ambito della rete di connessione lungo l'Arno;
  • - l'ambito della rete di connessione con la collina.

Art.38 L'ambito del parco fluviale dell'Arno

1. Descrizione
L'ambito, che comprende le aree limitrofe al corso dell'Arno e del torrente Ambra, attraversa l'intero territorio comunale di fondovalle e ne definisce il limite settentrionale. Ha un andamento lineare costante che tende ad allargarsi nel punto di confluenza con l'Ambra, assumendo una forma ad imbuto compresa tra i due corsi denominata "Sprondoro". Sono tuttora leggibili e riconoscibili nel doppio sistema di argini che caratterizza questo tratto di fiume, i segni delle opere di regimazione storiche, effettuate per rettificare e incanalare l'Arno e per rendere più sicura e adatta alle coltivazioni la pianura. L'ambito è caratterizzato da un'elevata naturalità, costituita dalla ricca vegetazione riparia, mentre le coltivazioni agricole hanno perso parte della complessità che caratterizzava il paesaggio agrario ottocentesco: infatti le colture promiscue maritate al pioppo e al gelso hanno lasciato il posto alle colture estensive, anche se sono ancora individuabili delle aree a maglia fitta poste in prossimità degli insediamenti rurali.
L'area è difficilmente fruibile sia per gli scarsi attraversamenti dell'Ambra, sia per la cattiva manutenzione dei percorsi esistenti, anche in prossimità dei centri abitati. L'ambito comprende interamente l'area individuata dal piano provinciale "0 Arno", per la quale valgono le disposizioni specifiche, oltre a quanto previsto nel presente articolo.
Invarianti dell'ambito sono: viabilità storica, fasce di pertinenza fluviale, reticolo idrografico, edificato al catasto leopoldino, edificato al catasto d'impianto ed i servizi sovracomunali.

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - miglioramento delle interrelazioni tra area fluviale e resto del territorio sotto il profilo ambientale e di uso antropico;
  • - assunzione dell'asta fluviale come elemento di connessione e continuità tra le diverse parti del territorio comunale ed extracomunale;
  • - valorizzazione delle interrelazioni tra aspetti morfologico ambientali ed aspetti storico insediativi;
  • - mantenimento e miglioramento degli equilibri e delle interazioni naturali;
  • - ricostituzione e tutela dei sistemi vegetazionali naturali o seminaturali.

3. Destinazioni d'uso compatibili
Sono ammesse le funzioni compatibili con il parco e le attività agricole.

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi si dovrà pervenire, oltre che attraverso l'osservanza delle disposizioni contenute nel Piano Area Protetta "0 Arno", anche attraverso le seguenti direttive e mediante ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico.
Miglioramento della percorribilità e dell'accessibilità all'area anche tramite nuovi attraversamenti pedonali e ciclabili.
Collegamento dell'ambito con il previsto Parco del Promontorio di Levane attraverso percorsi specifici e strutturati.
Mantenimento e ripristino dell'ambiente boschivo di tipo spontaneo, disetanee con essenze autoctone, sottobosco, radure. Creazione di nuove attrezzature, anche di valenza sovra comunale, e collegamento delle stesse con le aree a servizi e a verde attrezzato del sottosistema insediativo.
Ripristino dei percorsi pedonali pubblici e, dove possibile, apertura al pubblico transito di percorsi privati che hanno funzione di collegamento tra le parti insediative ed il parco.
Per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici, i nuovi interventi dovranno tendere a:

  • - recupero e manutenzione gli argini fluviali, al fine di contenere, ed in parte ovviare, al fenomeno del ristagno delle acque superficiali;

5. Disposizioni specifiche
Non sono ammesse nuove abitazioni rurali. La realizzazione di eventuali annessi agricoli, da localizzare in aree non interessate da rischio idraulico, dovranno essere opportunamente normati in sede di Regolamento Urbanistico.
All'interno delle casse di espansione non sono consentiti interventi edilizi compresa la realizzazione di annessi agricoli e comunque interventi tali da compromettere l'eventuale utilizzo come cassa di espansione.
Valgono gli indirizzi per la tutela, le norme e le misure di salvaguardia previste dal Piano Area Protetta "0 Arno", di cui alla Deliberazione del Consiglio Regionale del 7 marzo 1995, n. 226.
Le aree ricadenti all'interno della fascia di rispetto dei pozzi comunali, individuati nella tav. 25 "I vincoli sovraordinati", sono soggette alle prescrizioni di cui all'art. 8 delle presenti norme.

Art.39 L'ambito della rete di connessione lungo l'Arno

1. Descrizione
L'ambito è caratterizzato da un sistema di connessioni che attraversano la pianura in senso longitudinale e trasversale. È costituito dall'insieme dei collegamenti infrastrutturali di interesse sovracomunale e comunale sia esistenti che di previsione, nonché dalla stazione ferroviaria e dai collegamenti ambientali risultanti dal sistema di canalizzazioni della bonifica storica quale, ad esempio, il Berignolo. Quest'ultimo costituisce, per lunghi tratti del suo corso, un elemento di continuità e di integrazione fra i vari ambiti del fondovalle, mentre le infrastrutture di progetto, pur configurandosi come un collegamento sovracomunale di primaria importanza, tuttavia rischiano di diventare una barriera fisica e visiva per la fruizione dell'Ambito del parco fluviale dell'Arno.
Nell'ambito è compresa anche l'attuale SR 69 che, come risulta dall'attività di valutazione, è il principale elemento di criticità per gli insediamenti del fondovalle in merito ai livelli di inquinamento atmosferico ed acustico e di scarsa qualità della vita che determina. Al fine di ridurre i livelli di inquinamento rilevati e consentire una fluida circolazione veicolare, oltre alla variante alla SR 69 che intercetta il traffico di attraversamento, sono previsti alcuni tracciati alternativi a nord e a sud del territorio urbanizzato del comune. È prevista, inoltre, la ricollocazione dell'Autostazione in corrispondenza dell'attuale scalo merci nei pressi della Stazione ferroviaria e il potenziamento delle aree per la sosta di interscambio ferro-gomma.
Sono invarianti dell'ambito: il reticolo idrografico con la relativa fascia di pertinenza fluviale, la viabilità storica e la rete infrastrutturale per la mobilità.

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - ricostruzione delle connessioni ecologico e funzionali tra i diversi ambiti;
  • - miglioramento della qualità ambientale del territorio e della risorsa acqua;
  • - miglioramento della mobilità del fondovalle e realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili lungo le fasce di pertinenza della rete di connessione;
  • - valorizzazione dei segni di bonifica che hanno strutturato il territorio;
  • - riduzione degli effetti di disturbo indotti dai pesanti flussi di traffico automobilistico attraverso la costituzione di un'area verde di filtro localizzata lungo le infrastrutture;
  • - mantenimento e ricostituzione di alberature lungo i canali ed i percorsi, mantenimento e potenziamento delle opere di difesa idraulica;
  • - realizzazione della variante all'attuale SR 69. Nuovi insediamenti che inducano una mobilità veicolare gravante in misura consistente sul nuovo tracciato non sono ammessi ai sensi dell'art.9, co.8 della Disciplina del P.I.T.;
  • - declassamento dell'attuale SR 69 e conseguente realizzazione di una strada urbana con aree a parcheggio, filari alberati per definirne i margini, e piazze o luoghi di aggregazione lungo il percorso, secondo gli schemi e le modalità che verranno specificate nel Regolamento Urbanistico;
  • - realizzazione dei seguenti tracciati di attraversamento del territorio urbanizzato quali alternative alla SR 69, da sud verso nord:
    • • realizzazione del tracciato dalla località il Palazzetto fino all'innesto sulla variante alla SR 69 in località Le Padulette;
    • • realizzazione del tracciato alternativo alla SR 69 posto a sud dell'abitato di Levanella dalla località Il Palazzetto alla località Tre case;
    • • completamento del tracciato di via Pacinotti con la realizzazione del sottopasso ferroviario in località Tre case;
    • • realizzazione del tracciato di collegamento fra l'abitato di Leva nella e il nuovo ponte sull'Arno;
    • • realizzazione del tracciato lungo l'Arno dal nuovo ponte previsto in località Levanella e il ponte Mocarini;
    • • completamento del tracciato di via Calamandrei fino a Via Unità di Italia;
    • • realizzazione del tracciato alternativo a Via Arno per il superamento del centro abitato di Levane;
    • • prolungamento di via Enzo Ferrari fino al raggiungimento dell'eventuale nuovo ponte sull'Arno.

3. Destinazioni d'uso compatibili
Sono ammesse le funzioni compatibili con il parco urbano (verde attrezzato, servizi sportivi, percorsi ciclabili e pedonali), la mobilità e l'attività agricola.

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi sopra descritti si dovrà pervenire, oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive, mediante ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico e di specifici progetti o piani attuativi e di settore.
Costituzione, dove possibile, di una fascia attrezzata di rispetto strutturata con aree verdi con percorsi ciclabili e pedonali, per gli elementi che costituiscono la rete.
Costruzione di corridoi ecologici trasversali lungo le infrastrutture viarie per garantire la fruibilità degli ambiti attraversati.
Miglioramento della percorribilità dell'area adiacente al canale Berignolo soprattutto nel tratto che si collega alla città.
Sistemazione degli ambiti perifluviali attraverso la costituzione di aree verdi di uso pubblico.

5. Disposizioni specifiche
Dotazione di spazi di parcheggio all'esterno della sede stradale in corrispondenza dei principali accessi ai centri urbani.
Conservazione e ripristino della viabilità e del reticolo idrografico esistente e storico.
Progettazione di opportune fasce di rispetto ambientale (alberature, percorsi protetti).
Le aree ricadenti all'interno della fascia di rispetto dei pozzi comunali, individuati nella tav. 25 "I vincoli sovraordinati", sono soggette alle prescrizioni di cui all'art. 8 delle presenti norme.

Art.40 L'ambito della rete di connessione con la collina

1. Descrizione
L'ambito è caratterizzato dal sistema delle connessioni che, attraversando trasversalmente la pianura, la collegano alla collina. Il riconoscimento di tale ambito, formato principalmente dal torrente Riomaggio e dai borri del Giglio, della Dogana, di Val di Lago e di Caposelvi e dalla viabilità che ad essi si affianca, risulta strategico non solo per migliorare le relazioni con le aree collinari, ma anche per garantire la formazione di corridoi ecologici di collegamento tra il sistema di collina e l'ambito del Parco fluviale dell'Arno, indispensabili per il mantenimento ed il funzionamento dell'intero ecosistema.
Sono invarianti dell'ambito: il reticolo idrografico con la relativa fascia di pertinenza fluviale e la viabilità storica.

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - ricostruzione delle connessioni ecologiche e funzionali tra i diversi sistemi, miglioramento della qualità ambientale del territorio e della risorsa acqua;
  • - miglioramento della mobilità e del collegamento tra fondovalle e collina;
  • - conservazione e tutela delle aree di pertinenza dei corsi d'acqua;
  • - miglioramento della qualità dell'ambiente urbano, interrompendo la continuità dell'urbanizzato;
  • - conservazione e valorizzazione delle formazioni vegetazionali ripariali anche attraverso un'operazione di bonifica delle piante infestanti e di reintroduzione di specie autoctone.

3. Destinazioni d'uso compatibili
Sono ammesse le funzioni compatibili con il parco urbano (verde attrezzato, percorsi ciclabili e pedonali), la mobilità e l'attività agricola.

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi si dovrà pervenire, oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive, mediante ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico e di eventuali piani e programmi di settore.
Costituzione, dove possibile, di una fascia alberata di rispetto per gli elementi che costituiscono la rete.
Sistemazione degli ambiti perifluviali attraverso la costituzione di aree verdi di uso pubblico.
Mantenimento dei varchi non edificati.
Creazione di piste ciclabili al fine di collegare l'ambito al Parco fluviale dell'Arno.
Introduzione di vincoli di inedificabilità nelle aree libere tra gli abitati.
Per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici, i nuovi interventi dovranno tendere al:

  • - perseguimento della tutela delle aree di pertinenza dei corsi d'acqua per ridurre il rischio idraulico;
  • - salvaguardia del ruolo di connessione ecologica dell'ambito anche in presenza di eventuali interventi di regimazione idraulica, che dovranno prevedere l'uso di tecnologie ambientalmente compatibili.

5. Disposizioni specifiche:
Le aree ricadenti all'interno della fascia di rispetto dei pozzi comunali, individuati nella tav. 25 "I vincoli sovraordinati", sono soggette alle prescrizioni di cui all'art. 8 delle presenti norme.

Capo II: Il sistema di collina

Art.41 Il sistema di collina

1. Descrizione
Il sistema di collina presenta caratteristiche morfologiche ed aspetti paesistici di notevole interesse; è definito geograficamente dal crinale dei monti del Chianti fino al limite della pianura alluvionale del fiume Arno. Dagli Speroni del Chianti si distaccano crinali secondari che degradano fino ad incontrare il sistema collinare costituito dai depositi fluviolacustri. Il complesso sistema idrografico che confluisce nei principali corsi d'acqua (Borro di Rimaggio, Borro Dogana, Borro Sabina, Rio Caposelvi) definisce altri crinali secondari, dove storicamente si sono insediati i principali borghi di collina, come Moncioni, San Marco, Ventena e Caposelvi, coronati da terrazzamenti intensamente coltivati ad uliveto, mentre le aree più scoscese sono rimaste dominio dei boschi. Particolare risulta essere la struttura geomofologica dell'insediamento di Mercatale, sorto sul conoide alluvionale formato dal rio di Caposelvi allo sbocco del lago pliocenico. I depositi di quest'ultimo hanno costituito la base geomorfologica dei pianalti e delle colline argillose, successivamente strutturati dall'erosione fluviale dei numerosi borri. In queste aree predomina la coltivazione della vite, storicamente integrata da coltivazioni promiscue, spesso alberate; mentre l'insediamento non si è sviluppato in modo accentrato, data anche la fragilità dei suoli, ma è strutturato attraverso una rete di insediamenti minori e case sparse poste prevalentemente sui crinali e sulle strette pianure alluvionali del torrente Dogana e del borro Sabina, del torrente del Giglio e del Rio di Caposelvi, che attraversano longitudinalmente il territorio.

2. Obiettivi
Obiettivi generali del sistema sono:

  • - tutela del sistema come elemento di qualità in quanto tessuto connettivo di grande rilevanza ambientale e paesaggistica e come tale non suscettibile di trasformazioni urbanistiche che ne sminuiscano la rilevanza e la funzionalità sistemica rispetto alle risorse essenziali del territorio.
  • - conservazione e riqualificazione dei segni fondamentali del paesaggio naturale e agrario e degli elementi della struttura morfologica e idrogeologica (i terrazzamenti, le siepi, le alberature, ecc.);
  • - mantenimento delle forme culturali tradizionali con particolare riferimento ai vigneti, agli oliveti ed ai castagneti;
  • - monitoraggio della tendenza all'espansione dei vigneti;
  • - conservazione e riqualificazione delle attività, degli usi e delle strutture agricole;
  • - conservazione e promozione delle attività agro-silvo-pastorali;
  • - riqualificazione e promozione dell'immagine dell'ambiente e del paesaggio del sistema collinare agrario;
  • - valorizzazione della rete delle strade vicinali promuovendo la conservazione all'uso pubblico;
  • - contrasto dei fenomeni di degrado di diffusione del bosco, dei pascoli di crinale, dei coltivi montani legati all'abbandono;
  • - mantenimento della fisionomia ancora leggibile dei centri abitati: nuovi insediamenti , ove necessari, dovranno essere adiacenti alla città esistente e tendere ad una migliore definizione e qualificazione dei margini urbani;
  • - contrasto alla formazione di sistemi insediativi lineari lungo la viabilità;
  • - controllo sulla qualità progettuale dei nuovi insediamenti in rapporto al riconoscimento degli elementi "identitari locali", nonché la dimensione dell'intervento in rapporto alla consistenza degli insediamenti esistenti, senza tuttavia escludere linguaggi architettonici contemporanei di qualità;
  • - tutela dei corridoi ecologici esistenti e promozione della loro ricostituzione e implementazione attraverso l'impianto di fasce alberate e la sistemazione delle strade e dei canali con i criteri dell'architettura paesaggistica;
  • - promozione e sviluppo di attività turistiche ed agrituristiche, con finalità ricreative, sportive, didattiche, scientifiche e culturali.

3. Articolazione del sistema
Il sistema è articolato nei seguenti sottosistemi:

  • - il sottosistema insediativo di collina;
  • - il sottosistema ambientale degli speroni del Chianti;
  • - il sottosistema ambientale dei pianali;
  • - il sottosistema ambientale delle colline argillose;
  • - il sottosistema delle connessioni di collina.

Art.42 Il sottosistema insediativo

1. Descrizione
Il sottosistema insediativo della collina è costituito da un cospicuo numero di frazioni che formano una sorta di cinta muraria "aperta", che delimita il bacino di riferimento ambientale. L'abitato infatti sviluppa relazioni con una porzione di ambiente ben definito di cui organizza la produzione, non solo con la strutturazione agraria ma con una rete di manufatti (mulini, fornaci, sentieri, ecc.) che si dirada man mano che ci si allontana dall'edificato. Al sottosistema insediativo appartengono i nuclei urbanizzati di Ricasoli, Moncioni, Ventena, Rendola, Caposelvi e Mercatale.

2. Obiettivi
Obiettivi generali del sottosistema sono:

  • - tutela dell'identità delle frazioni;
  • - sviluppo dell'attività turistico ricettiva;
  • - riqualificazione delle parti urbane degradate o dimesse;
  • - riqualificazione degli spazi aperti;
  • - razionalizzazione del sistema della viabilità;
  • - riorganizzazione e potenziamento del sistema dei servizi e dei parcheggi.

3. Articolazione del sottosistema
Il sottosistema è articolato nei seguenti ambiti:

  • - l'ambito dei nuclei storici;
  • - l'ambito dell'edificato da consolidare.

Art.43 L'ambito dei nuclei storici

1. Descrizione
L'ambito è costituito dai nuclei storici delle frazioni di Ricasoli, Ventena, Moncioni, Rendola, Caposelvi, Mercatale, caratterizzati da un tessuto prevalentemente residenziale, parzialmente modificato rispetto all'originario, ma che mantiene un certo grado di omogeneità tipologica. I nuclei collinari rappresentano un patrimonio non pienamente valorizzato che rischia di perdere l'articolazione compositiva e funzionale, per il graduale abbandono del legame con il territorio agricolo.
Sono invarianti dell'ambito: la viabilità storica e di interesse paesistico, l'edificato al catasto Leopoldino e al catasto d'impianto, il reticolo idrografico con la relativa fascia di pertinenza fluviale, "Villa Sassolini", "Villa Caposelvi".

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - valorizzazione del carattere socio-economico, morfologico, tipologico, architettonico e paesistico di ciascuna frazione;
  • - promozione di forme di sviluppo sostenibile, compatibile con i caratteri degli insediamenti e del paesaggio circostante;
  • - salvaguardia della relazione tra i nuclei storici e il paesaggio circostante.

3. Destinazioni d'uso caratterizzanti e compatibili
La funzione caratterizzante dell'ambito è la residenza. Sono ammesse tutte le funzioni con essa compatibili, in particolare servizi e attrezzature, attività direzionali, attività commerciali di vicinato. È ammessa la funzione turistico-ricettiva attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente.

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi si dovrà pervenire, oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive, mediante ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico e di eventuali piani e programmi di settore.
Gli interventi sugli edifici, nelle parti consolidate e ancora morfologicamente riconoscibili, dovranno favorire il mantenimento delle condizioni esistenti o perseguire l'adeguamento alle nuove esigenze, in particolare quando connesse alla funzione turistico ricettiva.
Gli interventi dovranno tutelare non solo gli aspetti formali, ma anche le caratteristiche costruttive degli edifici.

5. Disposizioni specifiche
Le aree ricadenti all'interno della fascia di rispetto dei pozzi comunali, individuati nella tav. 25 "I vincoli sovraordinati", sono soggette alle prescrizioni di cui all'art. 8 delle presenti norme.

Art.44 L'ambito dell'edificato da consolidare

1. Descrizione
L'ambito è costituito da edifici residenziali, localizzati intorno ai nuclei storici di collina, senza particolari caratteri identificativi, architettonici né morfologici, e privi di una relazione con i nuclei storici e con il paesaggio circostante nonché carenti di servizi e di adeguati spazi pubblici.
Sono invarianti dell'ambito: la viabilità storica e di interesse paesistico, l'edificato al catasto Leopoldino e al catasto d'impianto, il reticolo idrografico con la relativa fascia di pertinenza fluviale.

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - valorizzazione del carattere socio-economico, morfologico e paesistico di ciascuna frazione;
  • - riqualificazione del tessuto edilizio esistente attraverso operazioni di ridisegno degli spazi pubblici;
  • - ridefinizione di un'immagine connessa con gli elementi al contorno, anche attraverso interventi di saturazione di lotti inedificati per ricucire il tessuto edilizio esistente;
  • - localizzazione e progettazione di nuove aree per attrezzature collettive;
  • - promozione e sviluppo della funzione turistico ricettiva attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente.

3. Destinazioni d'uso caratterizzanti e compatibili
La funzione caratterizzante dell'ambito è la residenza. Sono ammesse tutte le funzioni con essa compatibili, in particolare servizi e attrezzature, attività terziarie, commerciali di vicinato e artigianali di piccole dimensioni. È ammessa la funzione turistico - ricettiva.

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi si dovrà pervenire, oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive, mediante ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico e di eventuali piani e programmi di settore.
Il Regolamento Urbanistico, tenendo conto delle dimensioni massime ammissibili degli insediamenti, delle funzioni e dei servizi disciplinate per ogni U.T.O.E. riportate nell'art.64 bis e delle prescrizioni della valutazione integrata e della valutazione ambientale strategica, definirà le modalità di intervento per i casi di completamento e ampliamento del tessuto edilizio esistente, per gli eventuali ampliamenti a destinazione turistico-ricettiva e per la riqualificazione degli spazi pubblici.
L'indice territoriale assegnato alle aree di trasformazione e agli interventi di completamento dovrà essere al massimo pari a 0,10 mq/mq.
Gli interventi sugli edifici dovranno favorire il mantenimento delle condizioni esistenti o perseguire l'adeguamento alle nuove esigenze, in particolare quando connesse alla funzione turistico ricettiva.
Dovrà essere prestata particolare cura alla progettazione degli spazi collettivi.
Una particolare attenzione dovrà essere prestata nell'autorizzare la realizzazione di nuovi pozzi di emungimento, la cui tipologia costruttiva dovrà comunque essere quella migliore per garantire l'incolumità della falda.

5. Disposizioni specifiche:
Relativamente alla frazione di Moncioni le nuove edificazioni saranno consentite, solo nel caso in cui le aree di trasformazione prevedano la contestuale realizzazione di un tratto di strada che, collegandosi a quelle esistenti, consenta di by-passare il centro abitato di Moncioni. Tale infrastruttura dovrà prevedere opere di finitura che tengano conto del valore ambientale e paesaggistico dei luoghi.
Ed, inoltre non dovranno interessare le seguenti invarianti strutturali, individuate nella tav. 26 "Le invarianti strutturali":

  • - Ville, poderi edifici specialistici ed aree di pertinenza;
  • - Aree agricole storiche e/o di pertinenza degli insediamenti;
  • - Terrazzamenti e ciglionamenti.

Relativamente alla frazione di Ventena le nuove edificazioni non dovranno interessare la seguente invariante strutturale, individuata nella tav. 26 "Le invarianti strutturali":

  • - Terrazzamenti e ciglionamenti.

Relativamente alla frazione di Rendola deve essere prevista una fascia di rispetto abbastanza ampia da garantire la tutela della strada comunale di interesse paesistico in fregio all'aggregato (almeno 10 ml.).
Le aree ricadenti all'interno della fascia di rispetto dei pozzi comunali, individuati nella tav. 25 "I vincoli sovraordinati", sono soggette alle prescrizioni di cui all'art. 8 delle presenti norme.

Art.45 Il sottosistema ambientale degli speroni del Chianti

1. Descrizione
Il sottosistema è situato nella parte sud-occidentale del territorio comunale di Montevarchi ed è caratterizzato dalla presenza di rilievi accentuati modellati dall'azione dell'uomo che, nel tempo, ha organizzato il territorio tramite terrazzamenti e ciglionamenti, che hanno consentito la coltivazione anche in aree di rilevante pendenza. L'organizzazione agricola è strettamente legata al sistema insediativo e infrastrutturale e presenta un carattere di notevole valore paesaggistico. Tale sottosistema comprende il tipo di paesaggio "Sistema territoriale dell'oliveto terrazzato" variante b del P.T.C.

2. Obiettivi
Obiettivi generali del sottosistema sono:

  • - mantenimento e consolidamento del rapporto tra abitanti e territorio, in relazione alle funzioni di presidio ambientale e di rafforzamento delle sinergie tra risorse naturali, attività produttive agricole e patrimonio culturale;
  • - recupero e valorizzazione dei manufatti esistenti e della trama della viabilità vicinale e rurale per la fruibilità interna e creazione di connessioni funzionali con le aree limitrofe, non solo interne al comune;
  • - sviluppo dell'agricoltura al fine di migliorare l'economia dell'area e nello stesso tempo conservare i paesaggi agrari anche attraverso forme innovative di conduzione;
  • - riqualificazione dei boschi al fine di garantire la salvaguardia ambientale, migliorandone la fruibilità;
  • - conservazione e mantenimento dei pascoli sia per la loro importanza ecologica che per garantire il sostentamento della fauna.

3. Articolazione del sottosistema
Il sottosistema è articolato nei seguenti ambiti:

  • - l'ambito dell'oliveto terrazzato di Moncioni e Ventena;
  • - l'ambito dell'oliveto di Mercatale e Rendola;
  • - l'ambito del bosco di Sinciano e Ucerano.

Art.46 L'ambito dell'oliveto terrazzato di Moncioni e Ventena

1. Descrizione
L'ambito è caratterizzato dalla sovrapposizione di diversi modelli insediativi, quali aggregati e case sparse, collegati da una fitta rete di strade che ritmano il paesaggio e ne sottolineano la morfologia. Le aree boscate coronano tale sistema e presentano al loro interno poche isole coltivate, segnate da fenomeni di abbandono e conseguente inselvatichimento. Le aree terrazzate hanno perso la complessità della coltura tradizionale che vedeva la coltivazione dell'olivo associata a quella della vite, per specializzarsi verso la coltivazione esclusiva ad oliveto, mantenendo la maglia poderale, il sistema drenante e le opere di terrazzamenti e cigli tradizionali. È inoltre caratterizzato dal progressivo abbandono della coltivazione delle aree boscate; in particolare l'abbandono del castagneto "marroneto", che costituiva un importante elemento dell'economia agricola, penalizza la fruibilità dell'area oltre che la sicurezza idrogeologica e la stabilità dei versanti. Le ampie aree a pascolo di crinale, che sottolineano il confine comunale, costituiscono invece una permanenza di notevole interesse. Nell'ambito è inoltre compresa l'Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) del "Pinetum", un giardino botanico storico situato in prossimità del nucleo di Moncioni, circostante Villa Gaeta.
Sono invarianti dell'ambito: gli aggregati storici di "Poggio S. Marco", "Poggiolo", "Cocoioni", "Villa Gaeta", "Villa Sassolini", le case sparse presenti al catasto Leopoldino ed al catasto d'impianto, le aree agricole storiche, i terrazzamenti e i ciglionamenti presenti in quest'ultime, i boschi di pregio, i pascoli d'altura, la viabilità storica e di interesse paesistico ed il reticolo idrografico con la relativa fascia di pertinenza fluviale.

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - conservazione attiva del paesaggio attraverso il mantenimento delle pratiche agricole anche tramite il sostegno di attività integrative (agriturismo, escursionismo, vendita di prodotti tipici);
  • - valorizzazione delle tipicità anche attraverso l'integrazione, la razionalizzazione, l'adeguamento organizzativo o tecnologico delle produzioni o di modernizzazione di filiere o reti imprenditoriali;
  • - miglioramento delle relazioni tra l'ambito e il versante senese del Chianti per favorire l'inserimento dell'area all'interno di un circuito turistico di ampio respiro sensibile ai valori del territorio;
  • - mantenimento e recupero della qualità contestuale del paesaggio rurale storico;
  • - conservazione e recupero del patrimonio edilizio esistente;
  • - conservazione e recupero della viabilità rurale e vicinale al fine di migliorare la fruibilità dell'ambito;
  • - conservazione e recupero dei terrazzamenti e ciglionamenti;
  • - conservazione della superficie boschiva e miglioramento della sua qualità e fruibilità;
  • - recupero ambientale dell'area adibita a Crossodromo;
  • - conservazione e valorizzazione dell'Area naturale protetta del 'Pinetum' e inserimento dell'area in appositi itinerari naturalistico-conoscitivi. È inoltre auspicabile l'arricchimento della collezione di specie botaniche sulla base di un progetto specifico.

3. Destinazioni d'uso caratterizzanti e compatibili
Sono ammesse tutte le funzioni compatibili con l'agricoltura e di servizio alla stessa. È ammessa la destinazione turistico-ricettiva ad eccezione dei campeggi, e la realizzazione di aree attrezzate per la sosta ed il tempo libero. Non sono ammesse nuove abitazioni rurali; in caso di aziende agricole esistenti potrà essere consentita la realizzazione di annessi pertinenziali, in contiguità con i fabbricati esistenti, qualora risulti impossibile una diversa collocazione.

4. Strategie:
Al perseguimento degli obiettivi si dovrà pervenire, oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive, mediante ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico e di eventuali piani e programmi di settore.
Incentivazione di forme integrative del reddito agricolo.
Incentivazione e sostegno alle colture biologiche tradizionali.
Valorizzazione di iniziative di vendita diretta di piccole produzioni tipiche locali di qualità.
Creazione di itinerari legati alle caratteristiche storiche, ambientali e culturali, con mete di degustazione di prodotti locali, in collegamento ad itinerari di livello sovracomunale (Strade del vino, sentieri CAI, Itinerari del Chianti).
Recupero dei percorsi esistenti e mantenimento dei loro fondi naturali.
Introduzione di tipologie progettuali recanti le più avanzate ed affidabili tecnologie realizzative, impiantistiche e gestionali a difesa della qualità del suolo, della sua struttura geomorfologica e della vitalità e fruibilità delle risorse e a sostegno della rinnovabilità e dell'uso parsimonioso ed efficiente delle fonti energetiche e delle risorse idriche superficiali e sotterranee.
Per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici, tale ambito è sede di alcuni movimenti gravitativi e di indizi che portano a prevede lo sviluppo ulteriore delle tipologie e dei processi embrionali (erosioni, scarpate) e pertanto sarà da incentivare l'utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica in fase preventiva nelle aree dove sono presenti indizi preliminari di denudazione o erosione del pendio. Sarà incentivato il recupero dei terrazzamenti e dei muri a secco che, oltre alla funzione di contenimento, tendono a rallentare lo sviluppo dei processi embrionali.

5. Disposizioni specifiche
Il Regolamento Urbanistico dovrà definire le modalità di intervento sul patrimonio edilizio esistente, fermo restando che l'intervento di Sostituzione edilizia dovrà essere ulteriormente condizionato al fine di contenere gli effetti legati alla trasformazione di luoghi connotati di un elevato valore paesaggistico e ambientale.
Per l'Area naturale protetta del "Pinetum", oltre alle norme specifiche, dovrà essere favorita la conservazione dell'arboreto monumentale e la struttura del giardino storico.
Le aree ricadenti all'interno della fascia di rispetto dei pozzi comunali, individuati nella tav. 25 "I vincoli sovraordinati", sono soggette alle prescrizioni di cui all'art. 8 delle presenti norme.

Art.47 L'ambito dell'oliveto di Mercatale e Rendola

1. Descrizione
L'ambito, posto ai confini sud-orientali del territorio comunale, è caratterizzato da ampie aree coltivate prevalentemente ad olivi che fanno da corona alle frazioni di Mercatale e Rendola, e svolge un ruolo di transizione e di cerniera territoriale tra i diversi sottosistemi ambientali (gli speroni del Chianti, i pianalti e il fondovalle). Le aree agricole che coronano i borghi hanno mantenuto la struttura storica, pur avendo perduto la complessità della coltura promiscua. In particolare si è avuta una progressiva specializzazione dell'oliveto terrazzato riscontrabile nelle zone più alte delle aree coltivate, così come nell'area circostante il complesso denominato "Il Poggio". Nelle immediate vicinanze dell'abitato di Mercatale la produzione si è maggiormente orientata verso la coltivazione della vite.
Sono invarianti dell'ambito: le case sparse presenti al catasto Leopoldino ed al catasto d'impianto, le aree agricole storiche, i terrazzamenti e i ciglionamenti presenti in quest'ultime, i boschi di pregio, i pascoli d'altura, la viabilità storica e di interesse paesistico ed il reticolo idrografico con la relativa fascia di pertinenza fluviale.

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - valorizzazione del ruolo di "cerniera territoriale" dell'ambito e della sua funzione di accesso verso l'area del Chianti, mantenendo l'equilibrio tra la componente insediativa e quella paesistico-ambientale;
  • - salvaguardia e conservazione attiva del paesaggio attraverso il mantenimento delle pratiche agricole tradizionali e caratterizzanti;
  • - valorizzazione delle tipicità anche attraverso l'integrazione, la razionalizzazione, l'adeguamento organizzativo o tecnologico delle produzioni o di modernizzazione di filiere o reti imprenditoriali;
  • - conservazione e recupero del patrimonio edilizio esistente;
  • - conservazione e recupero dei terrazzamenti e ciglionamenti;
  • - valorizzazione della rete dei percorsi legati alla S.P.16 di Mercatale, per creare un'offerta di itinerari diversificata, da attuare attraverso la conservazione ed il recupero della viabilità rurale e vicinale esistente e la creazione di spazi attrezzati per la sosta ed il tempo libero.

3. Destinazioni d'uso compatibili
Sono ammesse tutte le funzioni compatibili con l'agricoltura e di servizio alla stessa. È ammessa la destinazione turistico-ricettiva ad eccezione dei campeggi.

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi si dovrà pervenire, oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive, mediante ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico e di eventuali piani e programmi di settore.
Sviluppo di attività riguardanti la promozione turistico-ricettiva dell'ambito attraverso la dislocazione di apposite strutture informative.
Valorizzazione dei manufatti specialistici storici (mulini, frantoi) come nodi di percorsi didattici e museali legati alla memoria della cultura agricola tradizionale.
Valorizzazione di iniziative di vendita diretta di piccole produzioni tipiche locali di qualità.
Introduzione di tipologie progettuali recanti le più avanzate ed affidabili tecnologie realizzative, impiantistiche e gestionali a difesa della qualità del suolo, della sua struttura geomorfologica e della vitalità e fruibilità delle risorse e a sostegno della rinnovabilità e dell'uso parsimonioso ed efficiente delle fonti energetiche e delle risorse idriche superficiali e sotterranee.
Per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici, tale ambito è sede di alcuni movimenti gravitativi e di indizi che portano a prevede lo sviluppo ulteriore delle tipologie e dei processi embrionali: erosioni, scarpate, anche se la situazione è decisamente meno compromessa rispetto all'ambito precedente, e pertanto, sarà da incentivare l'utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica in fase preventiva nelle aree dove sono presenti indizi preliminari di denudazione o erosione del pendio. Sarà incentivato il recupero dei terrazzamenti e dei muri a secco che, oltre alla funzione di contenimento, tendono a rallentare lo sviluppo dei processi embrionali.

5. Disposizioni specifiche
Il Regolamento Urbanistico dovrà definire le modalità di intervento sul patrimonio edilizio esistente, fermo restando che l'intervento di Sostituzione edilizia dovrà essere ulteriormente condizionato al fine di contenere gli effetti legati alla trasformazione di luoghi connotati di un elevato valore paesaggistico e ambientale.
È consentita la realizzazione di annessi agricoli, qualora risulti impossibile una diversa localizzazione, in contiguità con i fabbricati esistenti. Le aree ricadenti all'interno della fascia di rispetto dei pozzi comunali, individuati nella tav. 25 "I vincoli sovraordinati", sono soggette alle prescrizioni di cui all'art. 8 delle presenti norme.

Art.48 L'ambito del bosco di Sinciano e Ucerano

1. Descrizione
All'interno delle aree boscate permangono delle isole coltivate intorno a piccoli nuclei rurali che costituiscono il presidio insediativo al limite del territorio comunale. L'ambito è inoltre caratterizzato da fenomeni di abbandono che investono sia le superfici boscate sia le aree agricole, mentre l'insediamento sparso mostra segni di recupero soprattutto come seconde case. Sono invarianti dell'ambito: gli aggregati storici di Sinciano e Ucerano, le case sparse e gli opifici presenti al catasto Leopoldino e al catasto d'impianto, le aree agricole storiche, i terrazzamenti, i boschi di pregio, i pascoli d'altura, la viabilità storica, il reticolo idrografico e la relativa fascia di pertinenza fluviale.

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - conservazione e mantenimento del patrimonio boschivo e miglioramento della sua fruibilità;
  • - incentivazione al recupero della biomassa vegetale;
  • - conservazione e recupero delle aree a pascolo per la loro importanza ecotonale e di risorsa alimentare per la fauna selvatica;
  • - valorizzazione delle tipicità anche attraverso l'integrazione, la razionalizzazione, l'adeguamento organizzativo o tecnologico delle produzioni o di modernizzazione di filiere o reti imprenditoriali;
  • - realizzazione di itinerari di visita atti a valorizzare le emergenze naturali e storico-antropiche e collegamento degli stessi agli ambiti limitrofi e all'area del Chianti Senese;
  • - conservazione e recupero del patrimonio edilizio esistente;
  • - conservazione e recupero della viabilità rurale e vicinale per garantire la fruibilità dell'intero territorio;
  • - conservazione e recupero della rete dei sentieri per la costruzione di itinerari naturalistico-conoscitivi;
  • - incentivazione dell'attività agrituristica;
  • - mantenimento delle attività agricole compatibilmente con le sistemazioni fondiarie storiche;
  • - conservazione e recupero dei terrazzamenti e dei ciglionamenti.

3. Destinazioni d'uso compatibili
Sono ammesse tutte le funzioni compatibili all'agricoltura e di servizio alla stessa. È ammessa la destinazione turistico-ricettiva, con esclusione dei campeggi.

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi si dovrà pervenire, oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive, mediante ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico e di eventuali piani e programmi di settore.
Incentivazione delle colture biologiche tradizionali.
Creazione di itinerari legati alle caratteristiche storico-ambientali e culturali con mete di degustazione dei prodotti locali, in collegamento ad itinerari di livello sovracomunale (Strade del vino, sentieri CAI, Itinerari del Chianti), per favorire forme di turismo sostenibile.
Recupero dei percorsi esistenti e dei loro fondi naturali.
Realizzazione di piccole strutture all'aria aperta di sosta e servizio alla mobilità, al tempo libero e alle attività culturali connesse.
Incentivazione di forme integrative al reddito, legate all'attività agrosilvopastorale (compost e pacciamatura da reinvestire anche nelle coltivazioni orto-floro-vivaistiche).
Valorizzazione di iniziative di vendita diretta di piccole produzioni tipiche locali di qualità.
Introduzione di tipologie progettuali recanti le più avanzate ed affidabili tecnologie realizzative, impiantistiche e gestionali a difesa della qualità del suolo, della sua struttura geomorfologica e della vitalità e fruibilità delle risorse e a sostegno della rinnovabilità e dell'uso parsimonioso ed efficiente delle fonti energetiche e delle risorse idriche superficiali e sotterranee.
Per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici tale ambito è sede di alcuni movimenti gravitativi e di indizi che portano a prevedere lo sviluppo ulteriore delle tipologie e dei processi embrionali: erosioni, scarpate, anche se la situazione è decisamente meno compromessa rispetto agli altri ambiti. Inoltre sono da evidenziare alcune aree dove sono presenti spesse coltri detritiche che in occasione di eventi meteorici importanti hanno già dato origine a movimenti che, franando, hanno interrotto la viabilità esistente. Il Regolamento Urbanistico, pertanto, dovrà prevedere azioni di:

  • - incentivazione dell'utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica in fase preventiva nelle aree dove sono presenti indizi preliminari di denudazione o erosione del pendio;
  • - incentivazione al recupero dei terrazzamenti e dei muri a secco per la loro funzione di contenimento e rallentamento dello sviluppo dei processi embrionali.

5. Disposizioni specifiche
Il Regolamento Urbanistico dovrà definire le modalità di intervento sul patrimonio edilizio esistente, fermo restando che l'intervento di Sostituzione edilizia dovrà essere ulteriormente condizionato al fine di contenere gli effetti legati alla trasformazione di luoghi connotati di un elevato valore paesaggistico e ambientale.
Non è ammessa la realizzazione di nuove abitazioni rurali; in caso di aziende agricole esistenti potrà essere consentita la realizzazione di annessi agricoli, in contiguità con i fabbricati esistenti, qualora risulti impossibile una diversa localizzazione.
Nelle aree boscate ricadenti nell'ambito è consentita la realizzazione di spazi di sosta e la dotazione di piccole strutture provvisorie all'aria aperta di sostegno all'attività motoria, allo studio e alla ricerca naturale-ambientale, e l'attività agrituristica all'interno dell'edilizia esistente.
Ferme restando le disposizioni di cui all'art.18 (aree agricole storiche) sono da seguire le seguenti ulteriori disposizioni:

  • - introduzione di nuovi tipi di coltivazione biologica laddove le coltivazioni tradizionali sono scomparse, nel rispetto delle caratteristiche tipiche del paesaggio agrario storico e al fine di integrare l'economia tradizionale.

Art.49 Il sottosistema ambientale dei pianalti

1. Descrizione
Il sottosistema è caratterizzato da una morfologia che rivela chiaramente l'origine fluvio - lacustre: le allungate "lingue" pianeggianti sono il risultato dei depositi dell'antico lago pleisto - pliocenico intercalati da profonde incisioni fluviali dei versanti, che ne definiscono la struttura di altopiano. Numerose ripide scarpate segnano i confini delle zone pianeggianti, alternativamente strette ed ampie. In questo ambito i boschi svolgono una importante funzione di consolidamento dei versanti che, per la loro struttura geomorfologica, sarebbero soggetti a dilavamento e a più gravi fenomeni di dissesto. Dove la vegetazione è meno folta si possono notare fenomeni di erosione, le cosiddette "smotte", che indicano il delicato equilibrio di quest'area. Tale sottosistema comprende il tipo di paesaggio "Pianalti" variante c del P.T.C.

2. Obiettivi
Obiettivi generali del sottosistema sono:

  • - salvaguardia e recupero ambientale;
  • - valorizzazione del ruolo di cerniera tra le aree insediative del fondovalle, l'area collinare montevarchina ed il Chianti;
  • - mantenimento delle attività agricole e valorizzazione dei prodotti tipici, attraverso una migliore integrazione tra l'ambito e il sottosistema delle connessioni (ad esempio con la creazione di percorsi turistici quali le "strade del vino");
  • - miglioramento della fruibilità dell'area attraverso il recupero e valorizzazione della trama viaria esistente e con il miglioramento della capacità ricettiva a scopi turistici (agriturismo e camping);
  • - conservazione delle aree boscate ai fini di garantire la salvaguardia ambientale e l'equilibrio geomorfologico.

3. Articolazione del sottosistema
Il sottosistema è articolato nei seguenti ambiti:

  • - l'ambito degli altopiani stretti a vigneto specializzato;
  • - l'ambito degli altopiani larghi;
  • - l'ambito del promontorio di Levane.

Art.50 L'ambito degli altopiani stretti a vigneto specializzato

1. Descrizione
L'ambito è caratterizzato da un'organizzazione territoriale costituita dal susseguirsi di una serie di "penisole" circondate dalla vegetazione boschiva e dai torrenti. La zona è intensamente coltivata, prevalentemente a vigneto, alternato in alcuni casi ai seminativi e ai pascoli. I vigneti specializzati hanno sostituito la coltura promiscua tradizionale che un tempo caratterizzava l'area e che ha dato luogo ad una struttura ambientale e paesaggistica complessa, che comprendeva anche un sistema rarefatto di case sparse, poste lungo le strade che attraversano longitudinalmente l'intero ambito, che costituivano il presidio del territorio.
Sono invarianti dell'ambito: "Villa Scrafana" e "Villa Salvatici" e le case sparse presenti al catasto Leopoldino e al catasto d'impianto, gli edifici specialistici storici quali S. Tommè, i boschi di pregio, i geotopi, la viabilità storica, il reticolo idrografico e la relativa fascia di pertinenza fluviale.

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - salvaguardia e riqualificazione dell'area con attenzione alla fragilità del luogo;
  • - conservazione e recupero del patrimonio edilizio esistente;
  • - mantenimento del presidio del territorio attraverso lo svolgimento dell'attività agricola tradizionale, come strumento per la manutenzione attiva del paesaggio e delle emergenze naturali anche tramite la realizzazione di attività integrative volte alla valorizzazione dell'area (agriturismo, degustazione prodotti tipici, );
  • - valorizzazione delle tipicità anche attraverso l'integrazione, la razionalizzazione, l'adeguamento organizzativo o tecnologico delle produzioni o di modernizzazione di filiere o reti imprenditoriali;
  • - manutenzione ambientale delle aree fragili, delle scarpate e della relativa vegetazione di sostegno;
  • - miglioramento dei collegamenti con l'ambito della rete di connessione con il Chianti, tramite la manutenzione ed il ripristino della viabilità vicinale e rurale esistente.

3. Destinazioni d'uso caratterizzanti, compatibili o escluse
Sono ammesse tutte le funzioni compatibili all'agricoltura e di servizio alla stessa. È ammessa la funzione turistico - ricettiva. È ammessa la localizzazione di campeggi.

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi sovraesposti si dovrà pervenire oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive mediante le ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico e di eventuali piani e programmi di settore.
Ricostituzione della vegetazione riparia lungo gli impluvi.
Incentivazione e sostegno delle culture biologiche tradizionali e di forme integrative dell'attività agricola anche legate alla fruizione turistica.
Valorizzazione di iniziative di vendita diretta di piccole produzioni tipiche locali di qualità.
Riqualificazione e recupero dei percorsi esistenti e mantenimento dei loro fondi naturali.
Localizzazione di strutture ricettive all'aria aperta quali campeggi, da posizionare nelle aree più stabili e ben servite dalla viabilità esistente.
Introduzione di tipologie progettuali recanti le più avanzate ed affidabili tecnologie realizzative, impiantistiche e gestionali a difesa della qualità del suolo, della sua struttura geomorfologica e della vitalità e fruibilità delle risorse e a sostegno della rinnovabilità e dell'uso parsimonioso ed efficiente delle fonti energetiche e delle risorse idriche superficiali e sotterranee.
Per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici tale ambito è sede di alcuni movimenti gravitativi e di indizi che portano a prevedere lo sviluppo ulteriore delle tipologie e dei processi embrionali. Il Regolamento Urbanistico dovrà prevedere forme per la:

  • - incentivazione all'utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica in fase preventiva nelle aree dove sono presenti indizi preliminari di denudazione o erosione del pendio;
  • - incentivazione al recupero dei terrazzamenti e dei muri a secco, indispensabili per rallentare lo sviluppo dei processi embrionali.

5. Disposizioni specifiche
Il Regolamento Urbanistico dovrà definire le modalità di intervento sul patrimonio edilizio esistente, fermo restando che l'intervento di Sostituzione edilizia dovrà essere ulteriormente condizionato al fine di contenere gli effetti legati alla trasformazione di luoghi connotati di un elevato valore paesaggistico e ambientale.
Ferme restando le disposizioni di cui all'art.26 (ambito di applicazione della Legge Regionale n.1/2005, Titolo IV, Capo III) devono essere seguite le seguenti ulteriori disposizioni:

  • - conservare la vegetazione di scarpata, le siepi e le macchie di campo nonché le alberature anche non produttive. La reintroduzione di questi elementi è considerata quale intervento di miglioramento ambientale ai sensi della Legge Regionale n.1/2005, Titolo IV, Capo III;
  • - la realizzazione di nuove costruzioni a carattere agricolo non deve prevedere interventi di rimodellamento del suolo e di semplificazione del sistema di regimazione delle acque.

Le aree ricadenti all'interno della fascia di rispetto dei pozzi comunali, individuati nella tav. 25 "I vincoli sovraordinati", sono soggette alle prescrizioni di cui all'art. 8 delle presenti norme.

Art.51 L'ambito degli altopiani larghi

1. Descrizione
L'ambito è caratterizzato da ampi altopiani, delimitati dal torrente Caposelvi e attraversati da altri canali che hanno inciso i depositi fluvio-lacustri e che hanno creato ampie aree pianeggianti ritagliate fra i rilievi, costituendo un paesaggio singolare variamente modellato. Nell'ambito sono presenti aree che hanno mantenuto la struttura del paesaggio agrario storico (intorno al nucleo di Caposelvi e alla Fattoria di Rendola) ed aree dalla morfologia più accidentata, che hanno subito una semplificazione delle pratiche agricole e dove sono più evidenti e spettacolari i fenomeni erosivi delle balze. Il sistema idrografico che attraversa l'ambito, prevalentemente dal crinale del Chianti al fondovalle, ha costituito una rete di penetrazione preferenziale su cui si è attestata la viabilità principale di collegamento tra il fondovalle ed il sistema collinare. Pertanto l'ambito svolge un importante ruolo di connessione e di integrazione tra il fondovalle e le aree collinari, mediante la rete di collegamenti che permea l'intero ambito. Esso è inoltre caratterizzato dalla presenza di numerose case sparse poste sulle zone più alte e pianeggianti e lungo la viabilità principale, che sono ancora in stretto rapporto con il paesaggio agrario caratteristico, come è visibile nell'immediato intorno della fattoria settecentesca di Rendola, la più importante del territorio di Montevarchi, dove oggi alle attività agricole si sono aggiunte attività agrituristiche e di ristoro. È presente, infine, un complesso produttivo annesso all'edificio leopoldino denominato "La Villa", non più attivo, facilmente identificabile per dimensione e localizzazione, che si presenta in avanzato stato di degrado.
Sono invarianti dell'ambito: la "Fattoria di Rendola", "Villa Caposelvi", "La Villa" e "Podere Tasso", il sistema di case sparse presenti al catasto Leopoldino e al catasto d'impianto, le aree agricole storiche, i boschi di pregio, i geotopi, la viabilità storica ed il reticolo idrografico con la relativa fascia di pertinenza fluviale.

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - valorizzazione delle tipicità anche attraverso l'integrazione, la razionalizzazione, l'adeguamento organizzativo o tecnologico delle produzioni o di modernizzazione di filiere o reti imprenditoriali;
  • - conservazione e recupero del patrimonio edilizio esistente;
  • - manutenzione ambientale delle aree fragili, delle scarpate e della relativa vegetazione di sostegno;
  • - tutela dell'articolazione colturale che caratterizza il paesaggio agrario dell'ambito;
  • - tutela del reticolo idrografico, ritenuto fondamentale per il miglioramento e la salvaguardia delle risorse ambientali e paesistiche;
  • - conservazione e recupero della viabilità storica;
  • - creazione di itinerari per la valorizzazione delle emergenze geomorfologiche e dei prodotti agricoli tipici;
  • - conservazione e recupero del patrimonio edilizio esistente, fermo restando che, per i complessi produttivi di consistenti dimensioni suscettibili di impatti invasivi sul territorio, si dovranno incentivare "misure perequative per dislocare la realizzazione [degli interventi] in aree diverse da quelle di maggior pregio o maggiore fragilità paesistica e ambientale".

3. Destinazioni d'uso compatibili
Sono ammesse tutte le funzioni compatibili all'agricoltura e di servizio alla stessa. È ammessa la destinazione turistico-ricettiva, compresa la localizzazione di campeggi.

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi sovraesposti si dovrà pervenire oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive mediante le ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico e di eventuali piani e programmi di settore.
Conservazione e recupero dei percorsi esistenti e dei loro fondi naturali.
Inserimento dei percorsi esistenti negli itinerari turistici (ad esempio le "Strade del Vino").
Manutenzione delle aree fragili, delle scarpate e della relativa vegetazione di sostegno.
Manutenzione e miglioramento dei fondi stradali carrabili.
Mantenimento della struttura agraria esistente.
Valorizzazione di iniziative di vendita diretta di piccole produzioni tipiche locali di qualità.
Creazione di un osservatorio scientifico sui fenomeni geomorfologici con scopi didattici divulgativi e di monitoraggio sull'evoluzione dei geotopi dell'intero Valdarno Superiore.
Introduzione di tipologie progettuali recanti le più avanzate ed affidabili tecnologie realizzative, impiantistiche e gestionali a difesa della qualità del suolo, della sua struttura geomorfologica e della vitalità e fruibilità delle risorse e a sostegno della rinnovabilità e dell'uso parsimonioso ed efficiente delle fonti energetiche e delle risorse idriche superficiali e sotterranee.
Per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici tale ambito è sede di alcuni movimenti gravitativi e di indizi che portano a prevedere lo sviluppo ulteriore delle tipologie e dei processi embrionali.
Il Regolamento Urbanistico dovrà prevedere forme di:

  • - incentivazione all'utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica in fase preventiva nelle aree dove sono presenti indizi preliminari di denudazione o erosione del pendio;
  • - incentivazione al recupero dei terrazzamenti e dei muri a secco, indispensabili per rallentare lo sviluppo dei processi embrionali.

5. Disposizioni specifiche
Il Regolamento Urbanistico dovrà definire le modalità di intervento sul patrimonio edilizio esistente, fermo restando che l'intervento di Sostituzione edilizia dovrà essere ulteriormente condizionato al fine di contenere gli effetti legati alla trasformazione di luoghi connotati di un elevato valore paesaggistico e ambientale. Inoltre, dovrà definire entità e modalità di trasferimento, nelle aree deputate ad accogliere tali interventi, delle trasformazioni dei complessi produttivi di consistenti dimensioni.
Ferme restando le disposizioni di cui all'art. 26 (ambito di applicazione della Legge Regionale n. 64/1995) devono essere seguite le seguenti ulteriori disposizioni:

  • conservare la vegetazione di scarpata, le siepi e le macchie di campo nonché le alberature anche non produttive. La reintroduzione di questi elementi è considerata quale intervento di miglioramento ambientale ai sensi della Legge Regionale n.1/2005, Titolo IV, Capo III;
  • - la realizzazione di nuove costruzioni a carattere agricolo non deve prevedere interventi di rimodellamento del suolo e di semplificazione del sistema di regimazione delle acque. Le aree ricadenti all'interno della fascia di rispetto dei pozzi comunali, individuati nella tav. 25 "I vincoli sovraordinati", sono soggette alle prescrizioni di cui all'art. 8 delle presenti norme.

Art.52 L'ambito del promontorio di Levane

1. Descrizione
L'ambito è situato ai limiti nord-orientali del comune di Montevarchi e si configura come emergenza morfologica, unità paesistica chiaramente distinta dalla circostante pianura. Al suo interno è presente il Sito di Interesse Regionale "Valle dell'Inferno e Bandella" (SIR 80), che solo in parte interessa il territorio comunale di Montevarchi, nata per tutelare il lago artificiale formato dalla diga di Levane che ha provocato il progressivo impaludamento del torrente Ascione, creando un'ampia area, denominata lago di Bandella, che si è rivelata un habitat adatto ad ospitare specie rare di fauna stanziale e migratoria. Il promontorio è difficilmente accessibile se non attraverso strade sterrate che partono dall'antico nucleo di Levane Alta. Esso presenta peculiarità paesistiche ed ambientali di notevole valore sia per le emergenze vegetazionali presenti sia per il ruolo di collegamento diretto tra l'area collinare e il fiume. La struttura territoriale conserva molti valori storici, anche se le pendici verso Levane risentono dei fenomeni della forte pressione urbana. Dal confronto tra lo stato attuale ed il catasto leopoldino è evidente un sostanziale abbandono delle aree agricole a favore di una vegetazione boschiva, che dalla Valle dell'Inferno si estende lungo il pendio settentrionale del promontorio. È presente, infine, un complesso produttivo, localizzato sul confine del territorio comunale, facilmente identificabile per dimensione e localizzazione, che si presenta in avanzato stato di degrado.
Sono invarianti dell'ambito: le case sparse presenti al catasto Leopoldino e al catasto d'impianto, le aree agricole storiche, il reticolo idrografico e la relativa fascia di pertinenza fluviale, la viabilità storica.

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - valorizzazione delle risorse paesistiche territoriali dell'area con la costituzione di un "Parco del promontorio", da strutturare come parco agricolo e come zona ricreativa di connessione con le aree urbanizzate contermini;
  • - costituzione di un confine naturale del comune di Montevarchi attraverso il "congiungimento" del parco fluviale dell'Arno con il sistema di collina;
  • - realizzazione di un sistema di accesso per favorire la fruizione al Sito di Interesse Regionale Valle dell'Inferno e Bandella;
  • - valorizzazione e riqualificazione delle aree agricole contigue al Sito di Interesse Regionale Valle dell'Inferno e Bandella;
  • - riqualificazione paesistica del limite del centro abitato di Levane lungo la S.P.11;
  • - conservazione e recupero del patrimonio edilizio esistente, fermo restando che, per i complessi produttivi di consistenti dimensioni suscettibili di impatti invasivi sul territorio, si dovranno incentivare "misure perequative per dislocare la realizzazione [degli interventi] in aree diverse da quelle di maggior pregio o maggiore fragilità paesistica e ambientale".

3. Destinazioni d'uso caratterizzanti, compatibili o escluse
Sono ammesse tutte le funzioni compatibili all'agricoltura e di servizio alla stessa. È ammessa la destinazione turistico-ricettiva.

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi si dovrà pervenire, oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive, mediante ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico e di eventuali piani e programmi di settore.
Organizzazione di strutture di accesso e informazione e creazione di itinerari didattici per la fruibilità dell'ambito.
Collegamento con l'ambito del Parco fluviale dell'Arno.
Realizzazione di strutture all'area aperta di sosta e servizio alla mobilità ed al tempo libero.
Per il Sito di Interesse Regionale "Valle dell'Inferno e Bandella" valgono le disposizioni specifiche di cui alla D.C.R.T.6/2004 e delle D.G.R.644/2004 e D.G.R.454/2008.
Valorizzazione di iniziative di vendita diretta di piccole produzioni tipiche locali di qualità.
Introduzione di tipologie progettuali recanti le più avanzate ed affidabili tecnologie realizzative, impiantistiche e gestionali a difesa della qualità del suolo, della sua struttura geomorfologica e della vitalità e fruibilità delle risorse e a sostegno della rinnovabilità e dell'uso parsimonioso ed efficiente delle fonti energetiche e delle risorse idriche superficiali e sotterranee.
Per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici tale ambito è sede di numerosi movimenti gravitativi e di indizi che portano a prevedere lo sviluppo ulteriore delle tipologie e dei processi embrionali (erosioni, scarpate). Il Regolamento Urbanistico dovrà prevedere forme di:

  • - incentivazione all'utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica sia in fase di recupero di situazioni già compromesse sia per gli interventi preventivi nelle aree dove sono presenti indizi preliminari di denudazione o erosione del pendio.

5. Disposizioni specifiche
Il Regolamento Urbanistico dovrà definire le modalità di intervento sul patrimonio edilizio esistente, fermo restando che l'intervento di Sostituzione edilizia dovrà essere ulteriormente condizionato al fine di contenere gli effetti legati alla trasformazione di luoghi connotati di un elevato valore paesaggistico e ambientale. Inoltre, dovrà definire entità e modalità di trasferimento, nelle aree deputate ad accogliere tali interventi, delle trasformazioni dei complessi produttivi di consistenti dimensioni.
Ferme restando le disposizioni di cui all'art.26 (ambito di applicazione della Legge Regionale n.1/2005, Titolo IV, Capo III) devono essere seguite le seguenti ulteriori disposizioni:

  • conservare la vegetazione di scarpata, le siepi e le macchie di campo nonché le alberature anche non produttive. La reintroduzione di questi elementi è considerata quale intervento di miglioramento ambientale ai sensi della Legge Regionale n.1/2005, Titolo IV, Capo III;
  • - la realizzazione di nuove costruzioni a carattere agricolo non deve prevedere interventi di rimodellamento del suolo e di semplificazione del sistema di regimazione delle acque.

Art.53 Il sottosistema delle colline argillose

1. Descrizione
L'area è caratterizzata da una morfologia ondulata e da fenomeni di erosione e dilavamento, propri delle superfici argillose, che hanno portato a particolari formazioni geo-morfologiche, caratteristiche del territorio di Montevarchi, dette "le smotte". La fragilità dei versanti giustifica la limitata presenza di nuclei insediativi significativi, mentre la presenza di numerose case sparse testimonia un uso intenso di questo territorio, uso che storicamente, attraverso pratiche agricole appropriate, garantiva il raggiungimento di un delicato equilibrio geomorfologico: le coltivazioni promiscue nei terreni meno scoscesi, alternati a pascoli solitamente alberati, costituivano un importante elemento di salvaguardia ambientale oltre che una fondamentale risorsa economica. Tale sottosistema comprende il tipo di paesaggio "Colline argillose del Valdarno" del P.T.C.

2. Obiettivi
Obiettivi generali del sottosistema sono:

  • salvaguardia e recupero ambientale;
  • - riqualificazione delle connessioni sia ecologiche che funzionali interne al sottosistema e di collegamento con il territorio circostante;
  • - ricostituzione dell'unità di riferimento paesaggistico tra area urbana e zone collinari contermini;
  • - recupero e valorizzazione dei manufatti storici esistenti e della trama della viabilità storica.

3. Articolazione del sottosistema
Il sottosistema è composto dal seguente ambito:

  • l'ambito delle colline prospicienti il fondovalle.

Art.54 L'ambito delle colline prospicienti il fondovalle

1. Descrizione
L'area è caratterizzata dalla presenza delle balze, che la identificano in modo significativo e che creano il fondale suggestivo delle aree pianeggianti del fondovalle. L'abbandono delle coltivazioni alberate tradizionali ha innescato problemi di degrado ambientale e di perdita delle tracce storiche, oltre alla scomparsa di alcune specie arboree tipiche. Infatti sono ormai rari i gelsi, i salici, i pioppi che tradizionalmente erano di sostegno alle viti e caratterizzavano il paesaggio agrario, garantendo la continuità ecologica con il territorio circostante, ruolo che oggi viene svolto dalle aree boscate. Le superfici a bosco mantengono una funzione di connessione ecologica e, soprattutto, risultano fondamentali per la stabilizzazione dei versanti scoscesi. La prossimità di questi rilievi al fondovalle urbanizzato costituisce un importante riferimento percettivo per l'orientamento visivo e contribuisce a definire l'identità di Montevarchi.
Sono invarianti dell'ambito: i geotopi, le case sparse presenti al catasto Leopoldino e al catasto d'impianto, le aree agricole storiche, il reticolo idrografico e relativa fascia di pertinenza fluviale, la viabilità storica e i boschi di pregio.

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - valorizzazione delle tipicità anche attraverso l'integrazione, la razionalizzazione, l'adeguamento organizzativo o tecnologico delle produzioni o di modernizzazione di filiere o reti imprenditoriali;
  • - miglioramento del rapporto tra l'ambito ed il sottosistema insediativo contiguo per garantire l'integrazione tra il territorio aperto e l'area urbanizzata;
  • - valorizzazione del ruolo delle colline circostanti come quadro di riferimento della città per favorire la riscoperta della sua 'immagine' storica e della sua identità;
  • - recupero ambientale delle aree soggette a dissesti idrogeologici;
  • - sostegno alle attività agricole compatibili con la fragilità del territorio;
  • - ripristino delle connessioni ecologiche, anche attraverso l'aumento delle superfici boscate e della vegetazione ripariale;
  • - realizzazione di itinerari escursionistici, legati alla divulgazione delle emergenze vegetazionali e geomorfologiche.
  • - conservazione e recupero del patrimonio edilizio esistente.

3. Destinazioni d'uso caratterizzanti, compatibili o escluse
Sono ammesse tutte le funzioni compatibili all'agricoltura e di servizio alla stessa. È ammessa la destinazione turistico - ricettiva

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi sovraesposti si dovrà pervenire oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive mediante le ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico e di eventuali piani di settore.
Reimpianto di boschi e macchie di campo per favorire la stabilizzazione dei versanti.
Promozione della tipologia delle colture a "girapoggio" e delle colture biologiche tradizionali.
Ricostituzione della vegetazione riparia lungo gli impluvi.
Ripristino della sentieristica di collegamento con la città.
Valorizzazione di iniziative di vendita diretta di piccole produzioni tipiche locali di qualità.
Introduzione di tipologie progettuali recanti le più avanzate ed affidabili tecnologie realizzative, impiantistiche e gestionali a difesa della qualità del suolo, della sua struttura geomorfologica e della vitalità e fruibilità delle risorse e a sostegno della rinnovabilità e dell'uso parsimonioso ed efficiente delle fonti energetiche e delle risorse idriche superficiali e sotterranee.
Per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici tale ambito è sede di numerosi movimenti gravitativi e di indizi che portano a prevedere lo sviluppo ulteriore delle tipologie e dei processi embrionali (erosioni, scarpate). Il Regolamento Urbanistico dovrà prevedere forme per:

  • - incentivare l'utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica sia in fase di recupero di situazioni già compromesse sia per gli interventi preventivi nelle aree dove sono presenti indizi preliminari di denudazione o erosione del pendio.

5. Disposizioni specifiche
Il Regolamento Urbanistico dovrà definire le modalità di intervento sul patrimonio edilizio esistente, fermo restando che l'intervento di Sostituzione edilizia dovrà essere ulteriormente condizionato al fine di contenere gli effetti legati alla trasformazione di luoghi connotati di un elevato valore paesaggistico e ambientale.
Ferme restando le disposizioni di cui all'art. 26 (ambito di applicazione della Legge Regionale n.1/2005, Titolo IV, Capo III), si prevede:

  • non sono ammessi annessi agricoli per aziende di superficie inferiore ai minimi fondiari;
  • - la conservazione delle siepi e macchie di campo nonché delle alberature anche non produttive. La reintroduzione degli stessi è considerata quale intervento di miglioramento ambientale ai sensi della legge regionale n.1/2005, Titolo IV, Capo III;
  • - la realizzazione di nuove costruzioni a carattere agricolo non deve prevedere interventi di rimodellamento del suolo e di semplificazione del sistema di regimazione delle acque.

Art.55 Il sottosistema delle connessioni

1. Descrizione
Al sottosistema delle connessione appartengono le reti ecologiche ed ambientali e le reti della viabilità che svolgono funzione di collegamento tra le diverse parti del territorio, evidenziando in tal modo la densità dei rapporti ecologici, ambientali e infrastrutturali dei due sistemi, collinare e di fondovalle, al fine di cogliere l'unitarietà dell'intero territorio, che storicamente ha valorizzato le risorse delle due realtà complementari tra loro.

2. Obiettivi
Obiettivi generali del sottosistema sono:

  • salvaguardia e recupero ambientale;
  • - riqualificazione delle connessioni sia ecologiche che funzionali;
  • - ricostituzione dell'unità di riferimento paesaggistico tra area urbana e zone collinari;
  • - recupero e valorizzazione dei manufatti storici esistenti.

3. Articolazione del sottosistema
Il sottosistema è composto dal seguente ambito:

  • l'ambito della rete di connessione con il Chianti.

Art.56 L'ambito della rete di connessione con il Chianti

1. Descrizione
L'ambito è la prosecuzione, senza soluzione di continuità, delle connessioni di fondovalle che risalgono il sistema di collina collegando il Valdarno al Chianti. La rappresentazione reticolare di tale ambito è costituita dal sistema dei percorsi principali con valenza storico-paesaggistica. Tali relazioni garantiscono la salvaguardia di corridoi ecologici, vitali per il funzionamento dell'intero ecosistema e il fondamentale collegamento fisico trasversale del territorio.

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • ricostruzione delle connessioni ecologico e funzionali tra i diversi sistemi e miglioramento della qualità ambientale del territorio;
  • - tutela della valenza panoramica del paesaggio lungo l'ambito;
  • - creazione di una fascia alberata.

3. Destinazioni d'uso caratterizzanti, compatibili o escluse
Sono ammesse tutte le funzioni compatibili all'agricoltura e di servizio alla stessa.

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi si dovrà pervenire, oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive, mediante ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico e di eventuali piani e programmi di settore.
Mantenimento dei varchi liberi tramite il vincolo di non edificabilità dell'ambito.
Manutenzione e riqualificazione delle sistemazioni e degli arredi delle aree contigue alla viabilità storica e alle strade riconosciute panoramiche evitando in particolare la messa in opera di elementi di sicurezza (guardrails, e barriere acustiche) di tipo standardizzato a vantaggio di soluzioni alternative.
Tale ambito è sede di numerosi movimenti gravitativi e di indizi che portano a prevedere lo sviluppo ulteriore delle tipologie e dei processi embrionali. Il Regolamento Urbanistico dovrà prevedere forme per:

  • incentivare all'utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica sia in fase di recupero di situazioni già compromesse sia per gli interventi preventivi nelle aree dove sono presenti indizi preliminari di denudazione o erosione del pendio.

5. Disposizioni specifiche
Ferme restando le disposizioni di cui all'art. 26 (ambito di applicazione della Legge Regionale n.1/2005, Titolo IV, Capo III) si prevede quanto segue:

  • è consentito il computo delle aree per il raggiungimento della capacità edificatoria, con l'esclusione di fabbricati sulle stesse.

Le aree ricadenti all'interno della fascia di rispetto dei pozzi comunali, individuati nella tav. 25 "I vincoli sovraordinati", sono soggette alle prescrizioni di cui all'art. 8 delle presenti norme.

Ultima modifica Martedì, 19 Settembre, 2023 - 10:27