Norme tecniche di attuazione del Piano Strutturale

Art.51 L'ambito degli altopiani larghi

1. Descrizione
L'ambito è caratterizzato da ampi altopiani, delimitati dal torrente Caposelvi e attraversati da altri canali che hanno inciso i depositi fluvio-lacustri e che hanno creato ampie aree pianeggianti ritagliate fra i rilievi, costituendo un paesaggio singolare variamente modellato. Nell'ambito sono presenti aree che hanno mantenuto la struttura del paesaggio agrario storico (intorno al nucleo di Caposelvi e alla Fattoria di Rendola) ed aree dalla morfologia più accidentata, che hanno subito una semplificazione delle pratiche agricole e dove sono più evidenti e spettacolari i fenomeni erosivi delle balze. Il sistema idrografico che attraversa l'ambito, prevalentemente dal crinale del Chianti al fondovalle, ha costituito una rete di penetrazione preferenziale su cui si è attestata la viabilità principale di collegamento tra il fondovalle ed il sistema collinare. Pertanto l'ambito svolge un importante ruolo di connessione e di integrazione tra il fondovalle e le aree collinari, mediante la rete di collegamenti che permea l'intero ambito. Esso è inoltre caratterizzato dalla presenza di numerose case sparse poste sulle zone più alte e pianeggianti e lungo la viabilità principale, che sono ancora in stretto rapporto con il paesaggio agrario caratteristico, come è visibile nell'immediato intorno della fattoria settecentesca di Rendola, la più importante del territorio di Montevarchi, dove oggi alle attività agricole si sono aggiunte attività agrituristiche e di ristoro. È presente, infine, un complesso produttivo annesso all'edificio leopoldino denominato "La Villa", non più attivo, facilmente identificabile per dimensione e localizzazione, che si presenta in avanzato stato di degrado.
Sono invarianti dell'ambito: la "Fattoria di Rendola", "Villa Caposelvi", "La Villa" e "Podere Tasso", il sistema di case sparse presenti al catasto Leopoldino e al catasto d'impianto, le aree agricole storiche, i boschi di pregio, i geotopi, la viabilità storica ed il reticolo idrografico con la relativa fascia di pertinenza fluviale.

2. Obiettivi
Obiettivi generali dell'ambito sono:

  • - valorizzazione delle tipicità anche attraverso l'integrazione, la razionalizzazione, l'adeguamento organizzativo o tecnologico delle produzioni o di modernizzazione di filiere o reti imprenditoriali;
  • - conservazione e recupero del patrimonio edilizio esistente;
  • - manutenzione ambientale delle aree fragili, delle scarpate e della relativa vegetazione di sostegno;
  • - tutela dell'articolazione colturale che caratterizza il paesaggio agrario dell'ambito;
  • - tutela del reticolo idrografico, ritenuto fondamentale per il miglioramento e la salvaguardia delle risorse ambientali e paesistiche;
  • - conservazione e recupero della viabilità storica;
  • - creazione di itinerari per la valorizzazione delle emergenze geomorfologiche e dei prodotti agricoli tipici;
  • - conservazione e recupero del patrimonio edilizio esistente, fermo restando che, per i complessi produttivi di consistenti dimensioni suscettibili di impatti invasivi sul territorio, si dovranno incentivare "misure perequative per dislocare la realizzazione [degli interventi] in aree diverse da quelle di maggior pregio o maggiore fragilità paesistica e ambientale".

3. Destinazioni d'uso compatibili
Sono ammesse tutte le funzioni compatibili all'agricoltura e di servizio alla stessa. È ammessa la destinazione turistico-ricettiva, compresa la localizzazione di campeggi.

4. Strategie
Al perseguimento degli obiettivi sovraesposti si dovrà pervenire oltre che attraverso l'osservanza delle seguenti direttive mediante le ulteriori specificazioni normative del Regolamento Urbanistico e di eventuali piani e programmi di settore.
Conservazione e recupero dei percorsi esistenti e dei loro fondi naturali.
Inserimento dei percorsi esistenti negli itinerari turistici (ad esempio le "Strade del Vino").
Manutenzione delle aree fragili, delle scarpate e della relativa vegetazione di sostegno.
Manutenzione e miglioramento dei fondi stradali carrabili.
Mantenimento della struttura agraria esistente.
Valorizzazione di iniziative di vendita diretta di piccole produzioni tipiche locali di qualità.
Creazione di un osservatorio scientifico sui fenomeni geomorfologici con scopi didattici divulgativi e di monitoraggio sull'evoluzione dei geotopi dell'intero Valdarno Superiore.
Introduzione di tipologie progettuali recanti le più avanzate ed affidabili tecnologie realizzative, impiantistiche e gestionali a difesa della qualità del suolo, della sua struttura geomorfologica e della vitalità e fruibilità delle risorse e a sostegno della rinnovabilità e dell'uso parsimonioso ed efficiente delle fonti energetiche e delle risorse idriche superficiali e sotterranee.
Per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici tale ambito è sede di alcuni movimenti gravitativi e di indizi che portano a prevedere lo sviluppo ulteriore delle tipologie e dei processi embrionali.
Il Regolamento Urbanistico dovrà prevedere forme di:

  • - incentivazione all'utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica in fase preventiva nelle aree dove sono presenti indizi preliminari di denudazione o erosione del pendio;
  • - incentivazione al recupero dei terrazzamenti e dei muri a secco, indispensabili per rallentare lo sviluppo dei processi embrionali.

5. Disposizioni specifiche
Il Regolamento Urbanistico dovrà definire le modalità di intervento sul patrimonio edilizio esistente, fermo restando che l'intervento di Sostituzione edilizia dovrà essere ulteriormente condizionato al fine di contenere gli effetti legati alla trasformazione di luoghi connotati di un elevato valore paesaggistico e ambientale. Inoltre, dovrà definire entità e modalità di trasferimento, nelle aree deputate ad accogliere tali interventi, delle trasformazioni dei complessi produttivi di consistenti dimensioni.
Ferme restando le disposizioni di cui all'art. 26 (ambito di applicazione della Legge Regionale n. 64/1995) devono essere seguite le seguenti ulteriori disposizioni:

  • conservare la vegetazione di scarpata, le siepi e le macchie di campo nonché le alberature anche non produttive. La reintroduzione di questi elementi è considerata quale intervento di miglioramento ambientale ai sensi della Legge Regionale n.1/2005, Titolo IV, Capo III;
  • - la realizzazione di nuove costruzioni a carattere agricolo non deve prevedere interventi di rimodellamento del suolo e di semplificazione del sistema di regimazione delle acque. Le aree ricadenti all'interno della fascia di rispetto dei pozzi comunali, individuati nella tav. 25 "I vincoli sovraordinati", sono soggette alle prescrizioni di cui all'art. 8 delle presenti norme.

Ultima modifica Martedì, 19 Settembre, 2023 - 10:27